La copertina del cd.

LEONARD COHEN Le vecchie idee che toccano il cuore

A 78 anni Leonard Cohen canta ancora. Ma soprattutto chiede con i suoi testi. Un misto di tradizione ebraica e cultura nordamericana. Senza troppi fronzoli il suo blues implora: "Mostrami dove la Parola è diventata un uomo"
Walter Muto

Si parte con Going Home e si capisce subito che questo lavoro è appunto un ritorno a casa. Non saprei dire, pur dopo averlo ascoltato diverse volte, in quale misura il viaggio tiene dentro l’aspetto religioso. Le radici ebraiche di Leonard Cohen si sentono eccome, ma questo substrato si è ormai in parte impastato con la cultura nordamericana. In ogni caso il secondo brano è un Amen rivolto ad un tu, a cui si chiede: dimmi ancora e provami ancora. «Dimmelo ancora quando lo sporco del macellaio viene lavato dal sangue dell’agnello». Il terzo brano è una vera e propria invocazione: Show me the place. «Mostrami il posto, aiutami a rotolare via la pietra, non posso spostarla da solo. Mostrami il posto dove la Parola è diventata un uomo; mostrami il posto dove è cominciata la sofferenza». Dopo i primi tre pezzi lenti, suggestivi, imploranti, il blues un po’ più rotolante di Darkness dà una piccola mossa al lavoro e lo spinge verso il brano numero 5, Anyhow, Comunque, in ogni modo; ultimamente una richiesta di perdono, ad una baby non meglio specificata. «Abbi pietà piccola, dopo tutto quello che ho confessato; anche se mi odi, potresti odiarmi un po’ di meno? Siamo entrambi colpevoli, comunque». Il peccato originale per la verità fa capolino un po’ ovunque, e le voci femminili simil-gospel che accompagnano quasi tutti i pezzi fanno come da contraltare di redenzione alle domande lanciate da Cohen come spine nella carne.
Crazy to love you (traccia 6) è un piccolo siparietto affidato solo a voce e chitarra, mentre in Come healing (vieni a guarire) la voce della splendida Dana Glover dialoga con quella profonda di Cohen: «Che il Cielo possa ascoltare questi inni penitenziali (...) nessuno di noi merita la crudeltà della Grazia». Una variazione armonica e vocale proprio su penitencial hymns nella ripetizione finale lascia intendere che questo è il fulcro di tutta la domanda.
Banjo introduce un blues ad un passo che non ha fretta, caratteristica del resto di tutto il lavoro (e come potrebbe non essere così, a 78 anni, seduto su una sedia di legno, al sole, nel giardino dietro casa). Ed infine Different Sides è un tentativo di appianare le differenze troppo estreme: «Entrambi abbiamo delle leggi a cui obbedire, ma francamente non mi piace il tuo tono», dice la canzone nel ritornello. Insomma, un disco arrangiato bene, volutamente minimale, molto profondo e non di facile e continuo ascolto. Eppure quando in uno di questi brani ti colpisce, poi lo lasci a fatica, perchè tocca il cuore, con la musica o con le parole.

Leonard Cohen
Old ideas
SONY MUSIC - 2012