La copertina del cd.

PAT METHENY Il chitarrista dei record torna alle origini

In quarant'anni di carriera 33 nomine ai Grammy Awards con 17 vittorie finali. Nel suo ultimo disco, l'artista originario del Missouri ripropone le canzoni che lo hanno avvicinato alla musica. Reinventandole alla sua maniera
Walter Muto

Difficilissimo contare tutte le uscite discografiche del chitarrista originario del Missouri, Pat Metheny, classe 1954, ormai sulla breccia da quasi quarant’anni.
Chi lo conosce sa che ha un progetto predominante, chiamato Pat Metheny Group e una serie di progetti paralleli, un trio (o quartetto) più tendente al jazz, partecipazioni in cd di altri artisti e una significativa produzione per chitarra sola, minore come numero di uscite, ma altrettanto importante per delineare il suo mondo poetico.
Tanto per dire qualche cifra, è stato nominato per 33 volte ai Grammy Awards e lo ha vinto 17 volte, 10 delle quali con il Pat Metheny Group e, cosa mai successa a nessun artista al mondo, per 7 volte di seguito con 7 uscite discografiche successive.
Il percorso dei dischi realizzati in totale solitudine è lungo e parte dal 1978, anno di uscita di New Chautauqua, primo episodio in cui Metheny, talvolta registrando più tracce, si affida solo alla sua esecuzione, attraverso chitarre acustiche, basso e la sua amata semiacustica. Ma in questo caso (come per A Quiet Night, del 2004) l’esecuzione dei brani è affidata solo ad una chitarra, nella maggior parte dei casi una acustica baritono, in qualche brano la Pikasso a quarantadue corde.
Pat stavolta sceglie una decina di covers, brani che - dice in un’intervista - lo hanno interessato prima che incominciasse a comporre musica, in certi casi anche prima che cominciasse a suonare uno strumento. Fra gli autori troviamo Paul Simon, Jobim (Girl from Ipanema), ma anche Carly Simon, Bacharach, Henry Mancini e i Beatles. Un lavoro molto intimo, in cui Metheny riscrive i pezzi alla sua maniera, intrecciando armonie e melodie, amalgamate dal suono caldo della chitarra baritono, talvolta restando più fedele all’originale, talvolta reinventando completamente la canzone.
Siamo davanti ad un lavoro raffinatissimo, delicato, che mette in luce le grandi qualità chitarristiche e poetiche di questo grande musicista. Può essere un ottimo biglietto da visita per avvicinarsi a musica non molto conosciuta, ma bellissima ed affascinante all’ascolto. E magari scoprire poi i lavori più coinvolgenti, andando a ritroso negli anni e seguendo questo artista nelle diverse sfaccettature della sua incredibile personalità musicale.

Pat Metheny
What's it all about
Nonesuch Records (2011)