La copertina del cd.

SAMUELE BERSANI Vivere il presente, scrivere canzoni

Walter Muto

Uscito il 2 ottobre, perché la casa discografica lo ha ritenuto più autunnale che estivo. In ogni caso l'autore non vuole considerarlo un disco “di nicchia”, definizione che gli sta stretta. In questo c'è già molto sulla situazione attuale della musica in Italia (e non solo) e su come Samuele Bersani vi si pone di fronte. Essenzialmente come un cantautore (figura che, dice lui presentando il disco, «i teen agers non sanno nemmeno cosa sia») che ha sempre raccontato la realtà vestendola di musica non banale, talvolta indulgendo al pop, talvolta meno. In questo caso il mix è davvero interessante, e si avverte fin dai primi secondi di ascolto. L'invenzione melodica, che non è mai mancata a Bersani fin dai primi lavori, si unisce qui ad una tavolozza sonora variegata e convincente. Arrangiamenti curatissimi (il lavoro è stato scritto e realizzato in tre anni), che passano dai ritmi più comuni e conosciuti a dei pezzi in 3/4 (quasi del tutto scomparsi dalla canzone italiana), e mescolano suoni acustici (chitarre e percussioni registrate benissimo!) a ritmiche elettroniche e ad ensemble classici. In uno dei brani mi è parso perfino di cogliere una suggestione o citazione da ambienti cari a Frank Zappa. Ma soprattutto ascoltiamo percorsi armonici mai banali, insomma un lavoro di scrittura mai lasciato al caso, in nessuna delle 11 canzoni presenti. Segno che è possibile lavorare con le sette note nell'ambito della canzone italiana, individuando percorsi originali, senza essere ripetitivi e senza affidare le proprie parole al solito giro d'accordi. Come accade di solito. Le parole quindi: cosa dicono queste canzoni? Lo stile narrativo di Bersani non è una novità: un vocabolario ricco, attuale, immagini straordinarie a definire, a descrivere un presente, il suo presente. Perchè, dichiara sempre presentando il disco, «per rivivere e raccontare il passato occorre vivere un presente». Che parli di se stesso adolescente (Lato proibito) o di personaggi che incontra, come la ragazza che si inventa un lavoro in 16:9; che rifletta sul televotismo televisivo e il rapporto con le notizie, mescolate ed appiattite in un caleidoscopio che annulla e uccide le differenze (Pesce d'aprile); in ogni caso la decisione è quella di raccontare storie vere, in un linguaggio attuale che non le manda a dire a nessuno (una storia d'amore che finisce diventa «una cartella sopra il monitor, lasciata senza titolo»). Una menzione particolare alla dichiarazione d'amore per la sua città d'adozione (A Bologna), disegnata in chiaroscuro, mettendo davanti una serie di cose che non vanno per poi sciogliersi nel finale in un profondo affetto. Le altre scopritele voi, vi assicuro che ne vale la pena. Non sempre le canzoni sono di ascolto immediato: bisogna seguire le parole, magari anche leggersele, ma la qualità (nei testi e nella musica che - si sa - sono legati indissolubilmente) c’è ed è altissima. D’altronde, per scoprire cose belle occorre sempre un lavoro. Come tre anni per fare un nuovo disco.

Samuele Bersani
MANIFESTO ABUSIVO
Sony Music
€ 19,50