PAUL McCARTNEY Terza volta con Youth a ritmo di generi diversi

Walter Muto

Innanzitutto chi è Fireman? Una delle identità musicali alternative nientedimeno che di Paul McCartney. Se questo nome non vi dice niente, cambiate articolo. A 66 anni suonati, e a quasi 40 dalla fine dell’avventura dei Beatles, Paul si lancia nella terza avventura con Youth, ex bassista dei Killing Joke e produttore di grido. I due precedenti capitoli sotto questo nome sono datati 1993 e 1998 e si trattava interamente di musica strumentale, fra la ambient e la sperimentazione elettronica. Qui invece, pur restando immutata la voglia di immergersi nel suono del tempo presente, troviamo 13 canzoni, appartenenti a generi diversissimi, dal rock sfrenato (e urlato, nonostante l’età) del brano iniziale alla ballata di stile irish delle tracce 4 e 10, dalla ballata folk (con un pizzico di John) di Sing the changes al riff rock e un po’ Stones di Highway, fino alla dance-quasi-trance e ipnotica di Lovers in a dream, e così via. Nel booklet fotografico si vedono Paul e Youth alle prese con carta, scotch e colori in una stanza che somiglia ad un’aula scolastica. Nel disco avviene lo stesso, ma usando la musica: essenzialmente è un gioco, un frullatore in cui vengono rimescolati suoni elettronici, un songwriting sempre efficace, una voce inossidabile ed inconfondibile e tanti vecchi ricordi. I richiami a pezzi beatlesiani sono inevitabili quanto graditi, perché il tutto è reso attuale e non disturba, anzi arricchisce. Non si tratta di un puro e semplice deja-vu, o un salto nostalgico nel passato; il tutto è immerso nel presente.
Per Paul è sempre stato così. La ricerca continua dunque ininterrotta, Paul non si ferma e libero dal dover rispettare un ruolo, un’etichetta, produce uno dei suoi esperimenti migliori.

Fireman
Electric arguments
G Unit/Heat Distribution
€ 18,90