Carlo Pastori e Walter Muto.

Più della vergogna e dei piedi di cemento

Nell'ultimo disco del duo Walter Muto-Carlo Pastori, canzoni della grande musica d'autore italiana si alternano a quelle della coppia: pezzi di vita da condividere, scovati in giro per l'Italia e suonati sulle note di una chitarra e una fisarmonica
Giuseppe Musicco

Ammetto di avere un pregiudizio positivo nei confronti della coppia Walter Muto-Carlo Pastori, dato dal fatto che li conosco da quando il primo era smilzo e il secondo sfoggiava una fluente chioma; il che, come avrete intuito, vuol dire molto, molto, molto tempo fa. Ascoltarli dal vivo, in una delle centinaia di feste popolari, celebrazioni, concerti che ogni anno si sobbarcano, soli o in compagnia, su e giù per il Paese, è sempre un’esperienza di grande godimento.

Walter e Carlo (mi scuserete se mi prendo questa confidenza) sono due showmen di talento, oltre che musicisti virtuosi e belle voci: sanno come costringere la gente a cantare anche quando si vergogna, come farla muovere a tempo anche se ha i piedi di cemento; con una parola, un gesto, una nota o una smorfia sanno far ridere di cuore grandi e piccini.

Hanno un repertorio che va dalle canzonette nonsense all’indie rock più impegnato, passando per cantautori italiani e stranieri, folk band e fanfare dei bersaglieri, e riescono a farteli sembrare simpatici tutti quanti. In più suonano due strumenti (la chitarra e la fisarmonica) che anche da soli riescono a riempire sorprendentemente la scena quanto un’orchestra (prima di ascoltare Carlo Pastori, ero sinceramente convinto che la fisarmonica fosse appannaggio esclusivo del folk irlandese e delle orchestrine romagnole).

La lunga consuetudine a rivolgersi ai più giovani li ha portati a comporre canzoni orecchiabili e divertenti (non conosco genitore con figli piccoli che non tenga in auto Cavoli a merenda, anche se spesso – e le gente non si rende conto del danno – duplicata abusivamente, ahimè).

Dall’ascolto, Parole & Musica non rinnega niente della storia dei due, pur cercando nuove vie espressive, grazie anche alla collaborazione, in alcune canzoni, della voce di Valentina Oriani e Martino Chieffo. Come suggerisce il titolo, il disco dà grande importanza ai testi, siano dei due autori o di altri: le canzoni scritte dal duo si alternano a pezzi di Fossati, Dalla, Capossela, persino un classico degli anni Sessanta come Pinne, fucile ed occhiali, di Edoardo Vianello cantato curiosamente a mo’ di coro alpino o l’esilarante Viva la campagna, portato al successo da Nino Ferrer. Nei testi propri, invece, si percepisce un desiderio di raccontare, di condividere esperienze anche molto personali. Una scelta non semplice, che alcune volte rischia anche di incrinare un delicato equilibrio, e che a mio parere trova la sua riuscita migliore in pezzi come Il cuoco e il pescatore o la romantica e dolente Eluana.

In Parole & Musica ritroviamo tanti bei pezzi di vita; probabilmente scovata in tutti i chilometri, le serate e i palchi piccoli e grandi. Tempo non sprecato, che ha portato a fare incontri, a stringere amicizie, a scoprire lati inaspettati che due curiosoni come Walter e Carlo aspettano solo di poter raccontare; come quando a cena intorno al tavolo uno dice: «Oh, non ci crederete ma ho conosciuto un tale…». Perché loro sono fatti così, e noi che andiamo a sentirli grazie a Dio non siamo tanto diversi.