<em>Fly Now</em> di Olivia Trummer.

Olivia, che ha il coraggio di saltare

Una voce delicata e un pianoforte ad accompagnarla, tradotti nel linguaggio del jazz. Sono gli ingredienti di "Fly Now", album della musicista Trummer. Che, per le sue canzoni, prende spunto dalle cose più banali. Ma finisce a parlare del cielo
Walter Muto

Tedesca, di Stoccarda, trent’anni, famiglia di musicisti. Olivia Trummer si è formata come pianista classica, ma poi è volata oltreoceano per diplomarsi anche in jazz alla Manhattan School of Music, ovviamente a New York. E da quel momento le sue dita hanno cominciato a volare sulla tastiera del pianoforte, mescolandosi dolcemente con la sua voce precisa, intonatissima e cristallina.

In un periodo come questo, in cui i talent show fanno emergere ad una popolarità spropositata fenomeni da baraccone insieme a talenti di breve durata, un talento vero come quello di Olivia è già un valore. Il linguaggio che per lei rappresenta le radici dal punto di vista compositivo è il jazz, ma questo non spaventi. Il suo animo semplice si getta sulla realtà, anche la più apparentemente banale, e da lì prende spunto per inserire le sue liriche in delicati e convincenti bozzetti, per i quali è richiesto un ascolto attento. È interessante vederla in azione in questo video, in cui racconta la genesi del suo ultimo lavoro di canzoni, Fly Now. L’album è uscito circa un anno fa, nell'ottobre 2014, ma se vi è sfuggito come è sfuggito a me, vale la pena darci una ascoltata. È bello sentirla raccontare che il disco nasce dalla canzone con lo stesso titolo, Fly Now, in cui lei immagina un uomo che si sveglia sulla cima di una montagna e che, invece che tornare a casa, resta affascinato dal cielo e dalla scoperta dell’ignoto. La stessa situazione in cui si trova lei, come artista e come essere umano. E, prosegue, il bello è avere il coraggio di saltare, di cercare di più di quello che puoi vedere. Questa è una profonda qualità umana.

Dopo quel lavoro, Olivia si è dedicata ad un altro progetto, accompagnata solo da un vibrafonista: un progetto chiamato C2J - Classical to Jazz, in cui ha rielaborato temi di Bach, Mozart, e Scarlatti trasformandoli e rimontandoli in nuove composizioni. La ragazza spazia dunque a tutto campo, collegando mondi lontani. Ma torniamo a Fly Now: testi delicati, musica di altissima qualità, belle melodie, grande capacità di accompagnarsi al pianoforte senza molto di più. Il disco, così come i suoi live, è suonato nella essenziale dimensione del trio piano-contrabbasso-batteria, con l’aggiunta (solo in alcuni brani) del chitarrista Kurt Rosenwinkel. E non è finita qui. Olivia dimostra di conoscere bene l’armonia, l’improvvisazione e i suoi anfratti più riposti, se è in grado di improvvisare, senza sfigurare, con uno dei giganti della musica mondiale, il folletto della voce Bobby Mc Ferrin (anche qui vedi video).

Insomma, Fly Now è un lavoro da assaporare, per conoscere questa artista davvero talentuosa sia come pianista che come cantante (la voce, fra l’altro, è un dono che ha cominciato ad utilizzare solo dal 2010). Dall’apertura ripetitiva ed assertiva di Precious Silence, alle atmosfere delicate delle strade di New York d’inverno in Snow Coloured Streets, passando dal fine songwriting di Sharing My Heart, attraverso tutte le sfaccettature di un lavoro ricco ed intenso. Fino alla finale, bellissima Don’t Ask Love, «Non chiedere all’amore qualcosa riguardo al tempo, non essere triste per il tempo che dovrai passare da solo, lontano da me; il tempo passerà e l’amore crescerà». Brani che in altri tempi sarebbero diventati in breve dei classici. Da scoprire per farsene affascinare. Anche oggi.