La copertina del cd

STRAVINSKIJ «Scusatemi, ma a me piace la mia musica»

Andrea Milanesi

«La capacità di un esecutore si misura in relazione alla sua facoltà di vedere quel che realmente si trova nella partitura e non secondo l’ostinato intendimento di cercare quel che amerebbe vi fosse…»: con queste parole, nel libro Cronache della mia vita, Igor Stravinskij ribadiva, con una sottile vena di ironia, l’elemento centrale della sua personale visione dell’arte interpretativa. È stato questo uno dei temi a lui più cari, che spesso ricorreva nelle sue riflessioni sull’universo musicale e sul suo mestiere di compositore; una tappa centrale nel cammino verso la ricerca di una “verità” che lo spingeva a difendere con spirito indomito i principi di onestà intellettuale e di fedeltà nei confronti dell’originale pensiero creativo dell’autore.
Un giorno, mentre dirigeva una prova della sua Sagra della primavera, insistendo per ottenere una particolare sfumatura timbrica durante un passaggio estremamente delicato, Stravinskij si rivolse agli orchestrali quasi schernendosi: «Scusatemi, ma a me piace la mia musica». È proprio questo l’aspetto che emerge con maggiore evidenza nell’ampio catalogo di registrazioni discografiche effettuate in studio d’incisione o riprese dal vivo nelle sale da concerto, in cui il maestro russo rende materia viva quella profonda visione che ha contribuito a cambiare l’intera concezione formale ed espressiva della musica del Novecento.
E se da un lato, come ha acutamente evidenziato il critico Harvey Sachs, Stravinskij è stato il «vero artista rivoluzionario che ha rovesciato in una mezz’ora (la durata appunto della Sagra) la più che secolare egemonia musicale austro-tedesca», dall’altro risulta altrettanto evidente come il compositore si sia sempre battuto per sfatare quel luogo comune che ha fatto coincidere la sua fortuna con la sola stesura di quel lavoro.
Splendida occasione per approfondire a 360 gradi le molteplici e variopinte sfaccettature di una produzione tanto innovativa quanto originale, la pubblicazione in cd dell’esibizione dal vivo con la Bbc Symphony Orchestra guidata dallo stesso compositore/direttore (Londra, Royal Festival Hall, 10 dicembre 1958) fornisce un’esemplare prova di compimento artistico e di maturità interpretativa, soprattutto se confrontata con quei dischi risalenti alla fine degli anni Venti, in cui un impacciato Stravinskij dirigeva orchestre che non riuscivano nemmeno a capacitarsi delle partiture che avevano di fronte.
Nella diversità stilistica e di ispirazione che contraddistingue le tre opere qui raccolte – i grandi balletti Apollo Musagete (1927-8) e Agon (1953-7), insieme con la Sinfonia in tre movimenti (1942-5) – e l’applauditissimo bis (il folgorante “Finale” dell’Uccello di fuoco) si esaltano ritmi, tecnicismi e sonorità in principio giudicate avveniristiche, ma ormai entrate nel patrimonio genetico-culturale degli esecutori. E lo stesso autore offre il meglio di sé per far emergere quella miriade di sfumature che caratterizza i suoi lavori, autentici capolavori senza tempo qui ulteriormente valorizzati dalla grande opportunità che si realizza ogniqualvolta autore e interprete arrivano a coincidere.

Stravinskij
Agon, Apollo Musagete, Sinfonia in tre m
ovimenti
BBC Symphony Orchestra, Igor Stravinsky
BBC Legends - Distributore: Sound and Music
€ 19