La locandina del Meeting 2009.

E il Meeting sbarcò in Brasile

Rio de Janeiro, San Paolo, Salvador. Una tournée di oltre 1.600 chilometri, che dal 21 al 25 maggio ha portato la kermesse riminese ad essere presentata nelle maggiori città brasiliane...
Isabella Alberto

Rio de Janeiro, San Paolo, Salvador. Una tournée di oltre 1.600 chilometri, quella che dal 21 al 25 maggio ha portato il Meeting per l’amicizia fra i popoli ad essere presentato nelle maggiori città brasiliane.
La prima tappa giovedì 21 maggio, Rio de Janeiro. Nell’auditorium del monastero di San Benedetto, cinquanta persone hanno ascoltato il benvenuto di monsignor Filippo Santoro, vescovo di Petropolis. Il Meeting ha incuriosito tutti i presenti. In particolare, ha attirato l’attenzione della Federazione delle Industrie di Rio (Firjan). Tanto che il suo presidente Eduardo Eugênio Gouvêa Vieira - che non conosceva ancora direttamente la manifestazione - ha deciso di parteciparvi a nome di tutta la Federazione. Lo stesso farà anche un’altra importante personalità del mondo della cultura: João Ricardo Moderno, presidente dell’Accademia Brasiliana di Filosofia.
Il giorno seguente, il Meeting è stato presentato al View Bar di San Paolo davanti ad ottanta persone, in gran parte dell’ambiente accademico. Qui Rubens Ricupero, ex ambasciatore del Brasile in Italia, ha raccontato di aver partecipato al Meeting nel 2000 in qualità di segretario generale dell’Unctad (United Nations Conference on Trade and Development). Un’esperienza di cui s’è detto «grato, per l’incontro vissuto in Italia». Dal canto suo Alessandra Vitez, responsabile dell’Ufficio mostre della manifestazione, ha raccontato come ogni anno sia un evento sempre nuovo e diverso da tutti quelli precedenti. Un esempio? «La mostra Libertà va cercando, ch’ è sì cara. Vigilando redimere, e l’esperienza dei detenuti di Padova: non avremmo mai immaginato ciò che sarebbe successo».
Ultima tappa, lunedì 25 maggio all’Hotel Pestana di Salvador. Qui un centinaio di partecipanti - tra intellettuali, politici, personalità del mondo accademico e imprenditori - ha assistito al video di presentazione della kermesse riminese e alla lettura del saluto di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting. Quindi Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione, ha ripercorso gli inizi del Meeting: «Una proposta in grado di abbracciare l’umano che ci circonda, nata da un gruppetto di amici attorno al tavolo di una pizzeria». Alla presentazione di Salvador hanno partecipato anche personalità di spicco come il cardinale Geraldo Majella, arcivescovo della città, Florisvaldo Valentin, rettore dell’Università statale della Bahia, e i consoli del Portogallo, João Sabido, dell’Olanda, Hans Leusen, dell’Italia, Giovani Pisano, e della Bolivia, Glicério Lemos. Tra i relatori, la sociologa Lareyne Almeida. Nel 2004 era al Meeting, all’incontro di politica internazionale con i ministri degli Esteri italiano, israeliano e palestinese: «In piena guerra irachena, con la minaccia del terrorismo - ha ricordato -. A Rimini ho sentito un vero e proprio choc culturale: quell’incontro è stato unico. Si sa quanto è difficile il dialogo tra Israele e Palestina. Mi sono sentita testimone della Storia».