Portoviejo, Ecuador.

«Tutta la mia vita in una "Dioincidenza"»

Ecuador. Rosy è insoddisfatta: una fede lontana dai problemi quotidiani, il rapporto difficile con il figlio Nicolás... Poi, un vecchio articolo su Huellas e la volontà di ritornare dove tutto è iniziato. «È Lui che prende l'iniziativa per primo»

Dopo cinque anni, sono tornata a fare la Scuola di comunità, anche se non ho mai smesso di andare in Chiesa. Una volta arrivata alla Scuola, mi hanno chiesto che cosa mi avesse fatto ritornare. Ho risposto che, nonostante il mio cammino fosse quello di seguire Cristo, avevo sentito la mancanza di un incontro concreto con Lui. Sentivo la nostalgia di un incontro come quello che avevo fatto nelle prime vacanze del movimento alle quali ero andata: molte volte il mio cuore ha desiderato ritornarci.

A tutto questo si aggiungevano molte situazioni difficili che stavo vivendo, come il rapporto con mio figlio Nicolás, di 11 anni. Mi sentivo senza forze, non trovavo la luce che mi potesse far uscire da questa oscurità, mi lasciavo affogare dai problemi e la relazione con mio figlio era completamente senza senso, lontana dalla misericordia di Dio. Attraverso queste circostanze cercavo sempre di più il Signore e sapevo che Lui mi stava attirando nuovamente verso di sé.

In una di queste giornate ho letto la rivista Huellas, una delle tante che conservavo nella libreria del mio ambulatorio e che non toccavo più da tempo. Leggendo un articolo di don Giussani ho sperimentato nuovamente l'incontro con Cristo. Ho trovato in quelle parole le risposte che il mio cuore esigeva. È stato come se quel ricordo, addormentato in me, si risvegliasse. In quel momento volevo anche i numeri più recenti di Huellas. Per ottenerli avevo pensato di chiamare un'amica del movimento. Ma, prima di farlo, il Signore mi ha ancora una volta preceduto: il giorno dopo è arrivato nel mio ambulatorio Otto, un altro amico di Cl. Con sé, aveva il numero con papa Francesco in copertina.

Mi sono resa conto che Cristo non aspetta che io mi muova, ma prende l'iniziativa per primo. Così dico a Otto che tutto era una «Diocidencia» ("Dioincidenza") e lui non ha aspettato molto per invitarmi ad un'assemblea, che si sarebbe tenuta due giorni dopo, con Jesús Carrascosa, un amico spagnolo che viene spesso a trovare la comunità in Ecuador per aiutarci nel cammino.
Purtroppo avevo un impegno lavorativo, con una coppia di sposi della città di Manta, che non potevo in alcun modo rimandare, ma un'ora prima dell'appuntamento mi hanno chiamato per disdirlo. Il Signore mi ha concesso un altro regalo. Con gratitudine ho verificato ancora una volta che tutta la mia vita dipende da Lui, che Gesù mi ha sempre tenuto afferrata al Suo amore e che adesso mi chiede ancora una volta di ritornare.
Rosy, Portoviejo (Ecuador)