Il concerto per Avsi a Bruxelles.

In concerto per Avsi «e per me»

Gli ingredienti? Un talento, una serata con gli amici e i bisogni del mondo. E Virginia si ritrova, sul palco di un teatro di Bruxelles, a suonare Liszt al pianoforte in favore dei bambini siriani
Paola Bergamini

L’idea era nata una sera di fine marzo quando Virginia, pianista, a Bruxelles per un anno con una borsa di studio al conservatorio fiammingo, aveva suonato per un gruppetto di amici. Erano tutti rimasti colpiti. Mauro aveva buttato lì la proposta: «La bellezza che ci hai comunicato perché non farla conoscere a tutti? Anzi perché non legarla a una raccolta fondi per Avsi? Sarebbe al servizio di qualcosa di più grande». Ne riparlano i giorni successivi anche con Tania, che segue i progetti di Avsi e che a Natale era venuta in occasione delle Tende al Parlamento europeo.

L’idea prende forma. Virginia chiede una sala al conservatorio e tutta la piccola comunità si mobilita. Il 7 maggio ad ascoltare la Sonata in Si minore di Franz Liszt ci sono una cinquantina di persone, più della metà non del movimento. Tania illustra il progetto di aiuto per la Siria per cui si raccolgono i fondi, e poi tocca a Virginia. Che ora racconta: «Una cosa avevo chiara: la proposta che mi avevano fatto questi nuovi amici era innanzitutto per me, per una mia crescita umana e artistica. A un pubblico eterogeneo e non di esperti, volevo comunicare la mia passione per la musica. Per la Bellezza».

La scelta del brano non era stata casuale perché, come ha spiegato nella breve introduzione, «bisogna immaginare una storia che ha come protagonisti due personaggi completamente opposti, da poter quasi dire che uno personifica il male e l’altro il bene. È un’esperienza esistenziale alimentata da una tensione ideale molto forte che porta a un cambiamento, a una conversione e che solamente alla fine del brano si esplicta, diventa più chiara attraverso solamente tre accordi». Ogni tanto durante la spiegazione si ferma e per far meglio comprendere suona alcuni accordi al pianoforte. Poi inizia.

Mezz’ora senza interruzioni. Il silenzio è assoluto e denso di attesa fino all’ultima nota. Racconta Mauro: «Non conoscevo quel brano, ma dopo la spiegazione ero teso a comprendere, a immedesimarmi, al punto di guardare anche i movimenti delle mani di Virginia». Dopo gli appalusi, qualcuno si ferma per sapere di più del progetto Avsi. Si fermano anche i padroni di casa di Virginia. «Sono rimasti molto colpiti e la signora mi ha detto che la prossima volta - perché ci deve essere una prossima volta! - mi aiuterà a tradurre l’introduzione al brano “in modo che si comprenda fino in fondo quello che vuoi trasmettere”».