A luglio il Messico sarà chiamato a eleggere<br> presidente e Parlamento.

Perché votare? È il momento della persona

Proponiamo il testo del volantino di giudizio che la comunità messicana di Comunione e Liberazione ha diffuso in occasione delle prossime elezioni federali del primo luglio

«Non esiste la possibilità di costruire sul domani. Esiste solo la possibilità di costruire sul desiderio presente…» Luigi Giussani

Fra pochi giorni avranno luogo nel nostro paese le elezioni federali. I candidati alla Presidenza della Repubblica, i Senatori e i Deputati saranno eletti attraverso un processo democratico per cui il popolo del Messico deciderà a chi dare il proprio voto.

È il momento della persona, la possibilità di manifestare con chiarezza chi siamo, che cosa desideriamo
. Il Vescovi messicani, nella loro lettera sulle prossime votazioni, ci invitano «a partecipare in prima persona alla vita pubblica» e a non venir meno all’impegno che richiede «il multiforme e diversificato agire nel campo economico, sociale, legislativo, amministrativo e culturale, destinato a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune».

È una provocazione opportuna, perché nella maggior parte delle persone prevalgono lo scoraggiamento e la sfiducia verso le proposte dei partiti politici. Da dove viene questa fiacchezza? La nostra consistenza di esseri umani dipende dal potere di turno? Nessuno di noi desidera essere manipolato o sottomesso da un meccanismo centrale che pretende di determinare tutti gli aspetti e le espressioni della vita degli uomini. Allora, qual è l’alternativa? Dove ha le sue radici la nostra dignità?

Cristo ci ha rivelato che il valore infinito di ogni uomo si fonda sul nostro essere rapporto diretto con il Mistero, con Dio. Per questo nulla, né un potere politico, né quello di un gruppo sociale, né quello della famiglia, ci determina. Siamo liberi, e come tali siamo responsabili della nostra vita e della vita della società.

Ce lo ha ricordato recentemente papa Benedetto XVI nella sua omelia a Silao, «La storia di Israele narra anche grandi gesta e battaglie, ma nel momento di affrontare la sua esistenza più autentica, il suo destino più decisivo, cioè la salvezza, più che nelle proprie forze, ripone la sua speranza in Dio che può ricreare un cuore nuovo, non insensibile e arrogante. Questo può ricordare oggi a ognuno di noi e ai nostri popoli che, quando si tratta della vita personale e comunitaria, nella sua dimensione più profonda, non basteranno le strategie umane per salvarci».

Il cuore dell’uomo è il sigillo irriducibile di cosa è l’uomo, e per questo nessun potere riuscirà a eliminare definitivamente il nostro desiderio di infinito. I nuovi movimenti giovanili come "#Yosoy132", pur nella loro genericità, lo testimoniano.

Un cuore puro è un "io" desto, l’unico soggetto che è in grado di affrontare anche la circostanza delle elezioni in maniera creativa. Ognuno è tenuto a rispondere: fra tutte le proposte politiche che vengono presentate, quale tiene in considerazione questo "io", questo desiderio che ognuno ha di raggiungere il trascendente, il compimento pieno? Quale pone al centro del suo contenuto e del suo agire la persona e non la sua ideologia? Quale, invece di tarpare la coscienza, cerca il suo spalancarsi e favorisce le condizioni perché ognuno sia protagonista della propria storia?

Questo esigerà un intenso lavoro di riflessione e verifica, che vada oltre la superficialità della propaganda mediatica, del proprio isolamento e dell’indifferenza nella quale posiamo cadere dando per scontato che tutto sia già deciso a favore di un candidato. Occorre tener presente che l’iniziativa delle persone e delle realtà sociali che da essa hanno origine – famiglie, imprese, opere educative… – non si limita alla circostanza delle elezioni ma abbraccia tutta la vita quotidiana: la nostra famiglia, il nostro lavoro, gli affari, la cultura. Siamo noi che costruiamo questa società attraverso il nostro impegno giorno dopo giorno. Senza di questo, parlare di cambiamento sarebbe soltanto un’altra illusione.

Il voto ha senso solo come parte di questo impegno più grande. Per questo bisogna votare, perché il nostro paese si costruisce nel presente.

Questo è il momento della persona!

Comunione e Liberazione
Città del Messico, giugno 2012