La statuetta della Madonna rimasta in piedi<br> nella valle do Cuiabá.

BRASILE Quella Madonnina rimasta in piedi

Nella Valle do Cuiabá, dopo l'alluvione del 12 gennaio, quasi tutto è distrutto. Moltissime le persone senza casa. Le condizioni delle famiglie sono precarie. Ecco il racconto di chi sta lavorando, nel caos, per portare gli aiuti

Cari amici,
sabato 15 gennaio, sono stata con alcuni amici nella Valle do Cuiabá, una delle aree colpite dall’alluvione del 12 gennaio, per constatare l’imponenza del disastro e capire meglio come aiutare le persone. Effettivamente è tutto distrutto, strade e case.
La quantità di fango che c’è dappertutto è impressionante.
Abbiamo risalito la valle a piedi perché c’era un gran traffico e caos. Le poche strade percorribili erano tutte bloccate dalle auto di privati che stavano portando aiuti. Salendo a piedi abbiamo così potuto vedere meglio quello che è successo. In questa area sono più di 200 le persone senza tetto e senza speranza di poter ritornare nelle proprie case, non solo perché sono andate distrutte, ma perché a tutta l’area è stato vietato l’accesso. Per sicurezza, infatti, l’hanno delimitata e chiusa. In questa area ci sono stati 56 morti e alcuni ancora dispersi. Sul volto della gente si legge una grande incognita sul futuro.
Arrivati quasi alla fine della valle abbiamo incontrato una nostra amica e partner di Avsi a Rio de Janeiro che gestisce un centro educativo e una creche (una scuola materna, ndr). L'abbiamo aiutata per qualche ora a liberare dal fango un salone di una chiesa, in modo che possa diventare luogo di ricovero per le persone sfollate.
Poi siamo scesi ancora a valle: abbiamo trovato un’altra chiesa che sta ospitando 120 senza tetto. Nell’area del centro educativo è rimasta una piccola statua della Madonna appena appoggiata in una capannina. L’acqua e il fango non se la sono portata via nonostante sia ben visibile il segno della piena all’altezza delle mani della Madonnina. Guardando la devastazione tutt’intorno sembra davvero un miracolo che questa statuina sia rimasta lì.
Nell’altra chiesa, dove sono alloggiati i senza tetto, abbiamo trovato molta confusione causata da tante donazioni che arrivavano senza controllo e a volte sono aiuti che non servono. Fortunatamente la gente ha un gran cuore, ma nell’emergenza il sentimentalismo deve riuscire a lasciare il posto all’organizzazione. Certo che è difficile da far capire. Ovviamente le condizioni nelle quali le famiglie sfollate sono costrette a vivere sono molto precarie: lo stretto necessario sembra non mancare, almeno ancora per qualche giorno, ma così non possono certo andare avanti per molto.
In questa prima fase abbiamo organizzato l’intervento e le persone volontarie che ci chiedono come aiutare in tre punti: al posto di raccolta aiuti nella Chiesa di un sacerdote nostro amico, Pe Rogerio, che é a Itaipava all’inizio della valle in un posto accessibile, per organizzare le donazioni; al centro di raccolta dei senza tetto per attivitá di intrattenimento dei bambini; al centro educativo per aiutare nella pulizia degli spazi.
Per ora non si può fare molto di più. È fondamentale conoscere e mantenere una presenza anche aspettando indicazione piú chiare dalle autorità locali.
Un abbraccio,
Paola Gaggini (Avsi - Rio de Janeiro)