Franco Frattini al Meeting 2008.

ROMA Il ministro Frattini: «Il Meeting è unico in Europa»

Dopo un tour mondiale tra Stati Uniti, Brasile e Francia, la trentesima edizione della manifestazione riminese è stata presentata a Roma. Al tavolo dei relatori c'era anche il ministro degli Esteri italiano
Paolo Cremonesi

Reduce da un tour mondiale che ha toccato Parigi, Washington, San Paolo, Rio e Belo Horizonte («non pensavamo di avere così tanti amici testimoni», chiosa il presidente Emilia Guarnieri), il Meeting è approdato anche nella capitale per presentare l’edizione di quest’anno, la numero trenta: “La conoscenza è sempre un avvenimento”.
Compleanno in buona salute, a giudicare dalla presenza di relatori e ospiti nella cornice barocca di Palazzo Borromini, sede dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede.
Come si arriva ad un trentennale così impegnativo? «Con un grande senso di gratitudine per tutti questi anni - risponde Emilia Guarnieri -, occasioni di incontri e di apertura al reale. Ci si arriva con la speranza che la conoscenza sia un avvenimento, cioè sia possibile sperimentare come ancora una volta l’esperienza cristiana, da cui il Meeting si genera, abbia questa capacità di incontro e di unità tra gli uomini».
Guardando indietro invece, quale il punto di partenza? «Un’intuizione assolutamente ingenua di apertura alla realtà - sottolinea ancora il presidente -. Una passione che avevamo nel sangue, perché la condividevamo con don Giussani. Quando siamo partiti con la prima edizione nel 1980, lui ci ha accompagnato con amicizia e stima. In tutti questi anni ci siamo sempre sentiti guardati con paternità e così la storia è proseguita».
Alla presenza, tra gli altri, del ministro degli Esteri, Franco Frattini, si punta così nell’edizione di quest’anno a porre al centro del dibattito la dinamica attraverso cui l’uomo conosce il reale, sottolineando l’importanza di questo tema in un clima generale di preoccupante incertezza e diffusa sfiducia verso il futuro.
Per Frattini «il Meeting rappresenta un appuntamento unico in Europa, per qualità e quantità di relatori: una parte importante del sistema Paese per confrontarsi ad alto livello tra culture,religioni, identità di popolo diverse». Frattini ha citato come esempio la questione della stabilizzazione in Afghanistan e Pakistan, dove «la situazione è complessa e pochi hanno la conoscenza necessaria nonostante il nostro paese abbia una presenza articolata con uomini e donne che difendono la sicurezza e contribuiscono alla ricostruzione e alla pace».
«La conoscenza - gli fa eco il presidente della Compagnia delle Opere, Bernhard Scholz - implica la capacità di interpretare la gran mole di informazioni che oggi ognuno di noi ha a disposizione. Davanti alla recente crisi mondiale potevamo accedere a tutti i dati delle economie ma quasi nessuno è riuscito a leggerli. È stato necessario che in qualcuno scattasse qualcosa, cioè un avvenimento». «La scelta di un tema come la conoscenza - prosegue Scholz - è fondamentale anche pensando a san Paolo: la cultura cristiana ha sprigionato la ragione e ha permesso percorsi di conoscenza senza paragoni. Quest’anno, perciò, parleremo delle sfide per il futuro come lavoro, welfare, energia, scuola e urbanistica: perché nulla di umano è estraneo all’esperienza cristiana».