I preparativi per l'arrivo di papa Francesco <br>a la Paz, Bolivia.

Carriquiry: il Papa in America Latina, per una Chiesa in uscita

Ecuador, Bolivia, Paraguay: le mete del Pontefice, in Sud America dal 5 luglio. L'intervista al segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina: ecco come le tre "periferie emergenti" si preparano ad accogliere Francesco
Paolo Ondarza

Così, come per l’Europa, il Santo Padre non ha voluto cominciare dalla Spagna, dalla Francia, dalla Germania, ma dall’Albania e la Bosnia, così non visita i “grandi” dell’America Latina in primo luogo, ma tre Paesi che io chiamerei di “periferia emergente”, in condizioni molto diverse da quelle dei tempi della visita di Giovanni Paolo II, trent’anni fa.

Oggi io dico “periferie emergenti”, perché hanno vissuto questi 12 anni di grande crescita economica. Perfino nel 2015, in condizioni internazionali sfavorevoli, stanno crescendo attorno al 5% annuo e, dunque, questo significa che durante tutti questi anni, la crescita economica ha tolto questi Paesi da un certo immobilismo. É un dato significativo soprattutto se si pensa alle masse indigene, contadine così presenti in questi Paesi.

Certo sussistono ancora seri problemi di povertà, di disuguaglianza, di ricadute autoritarie, ma questi Paesi hanno vissuto una traiettoria storica, ultimamente, molto positiva. E la Chiesa, d’altro canto, sarà forse diversa dalle Chiesa che aveva trovato San Giovanni Paolo II: allora c’era molta tensione, molta polarizzazione, si era in pieno dibattito sulla teologia della liberazione. Oggi Francesco troverà una Chiesa più serena, nella comunione, che vive la missione dopo Apareçida, interpellata da ciò che Papa Francesco propone nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

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