Monsignor Mario Zenari.

«Il Papa scuote le coscienze di chi regge i destini del mondo»

Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, commenta l'appello lanciato dal Pontefice ieri all'Angelus. «La pace è un dono di Dio per l’umanità intera. Tutti partecipiamo o tutti soffriamo della mancanza di questo dono»
Gabriella Ceraso

«Un appello che senz’altro porta speranza alla popolazione ma scuote anche le coscienze di tutti, specie di chi ha in mano le sorti del mondo, in questo momento». Così, al microfono di Radio Vaticana, commenta le parole del Papa all’Angelus, mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:
«È un appello molto forte che è caduto in queste giornate in cui tutto il mondo vive con il fiato sospeso e l’iniziativa è altrettanto opportuna e molto bella, sarà senz’altro apprezzata anche dall’ambiente maggioritario musulmano, perché sappiamo quanto apprezzino la preghiera e il digiuno. E io direi che questo discorso va letto e interpretato dall’inizio alla fine. Il più bel commento sono le espressioni del volto del Santo Padre e i suoi gesti: ce n’è per tutti, in questo discorso, in questo appello! E’ un appello rivolto a tutti, e come diceva Gesù nel Vangelo: “Chi ha orecchie da intendere, intenda”».

Il Papa ha parlato di «un giudizio di Dio» e di un «giudizio della Storia sulle nostre azioni, a cui non si può sfuggire». Un forte richiamo alla coscienza di ciascuno …
Hanno fatto veramente impressione, queste parole del Santo Padre. Senz’altro scuotono le coscienze di tutti e soprattutto di chi ha in mano i destini del mondo e di questo conflitto.

Il Papa ha chiamato anche tutti gli uomini di buona volontà: i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti ad altre religioni … tutti. Anche i non credenti, tutti saranno convocati in San Pietro il 7 settembre, «per l’amata Nazione siriana – ha detto – e per tutti i conflitti». È un richiamo veramente all’umanità intera …
Direi che la pace è un dono di Dio per l’umanità intera; è un dono per tutti. Quindi, tutti partecipiamo o tutti soffriamo della mancanza di questo dono e per questo siamo tutti interessati. È qualcosa che abbiamo in comune e quindi tutti siamo chiamati in questo momento così critico, così delicato ad unire, al di là di qualsiasi credenza, la nostra partecipazione a questo dono che viene dal Cielo, ma che è lasciato anche a noi, alla nostra responsabilità di mantenerlo e di proteggerlo.

È importante fare arrivare queste parole ai grandi del mondo, ma anche alla popolazione: lei si farà portavoce di quanto ascoltato oggi?
Senz’altro. E’ stato – credo – un grande incoraggiamento per tutti, in questi giorni, in queste ore così difficili, e noi siamo molto, molto riconoscenti al Santo Padre.

C’è ancora paura e tensione da voi, lì? Quale il clima in questo momento?
Direi, di sì: la tensione è visibile. Basta vedere le persone che mettono assieme quelle poche cose che hanno e cercano di portarsi in qualche Paese qui vicino. Direi che questo appello del Papa costituirà senz’altro una luce, un seme di speranza per tutti. Speriamo che non solo dall’ascolto di queste parole, ma anche dalla preghiera e dal digiuno questo dono della pace possa essere salvato o recuperato …