Il cardinale Louis Antonio Tagle.

Tagle: «Cristo si incontra tra gli uomini»

In Duomo l'incontro con l'Arcivescovo di Manila. «Che cosa significa evangelizzare la metropoli oggi?»: è stata la domanda del cardinale Angelo Scola. Il racconto della serata, a partire dai volti dei "suoi" poveri
Francesca Mortaro

«Si impara il cristianesimo soltanto se si guardano dei testimoni». È per questo che l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha invitato il 26 febbraio il cardinale Louis Antonio Tagle, vescovo di Manila, a raccontare la sua esperienza davanti a tutti i fedeli della diocesi ambrosiana. «Le sfide che vive la Chiesa qui nella nostra città», continua Scola, «sono le stesse che vive in ogni altro contesto urbano. Che cosa significa evangelizzare la metropoli oggi?». Un tema a cui il vescovo di Milano ha dedicato la sua ultima lettera pastorale, diventata un punto di partenza per il dialogo con le altre realtà della Chiesa nel mondo.

«Non parlo molto l'italiano, spero che voi milanesi siate "compassionisti" con me!». Ride, scherza. Ha il volto contento il cardinale Tagle e, dalle prime parole, si capisce subito che è un uomo abituato a stare in mezzo alla gente. La sua città, Manila, per alcuni aspetti sembra New York o Shanghai: grattacieli, negozi di lusso, hotel. Appena fuori dal centro, però, c'è il degrado, la miseria. Molte persone vivono in mezzo alla spazzatura, altre guidano macchine costosissime: è la contraddizione della metropoli di oggi in cui regna il caos, ma che porta in sé anche una grande sfida.

«Nella città è difficilissimo trovare uno spiraglio», spiega Tagle: «Non ci sono più "spazi vuoti", non possiamo costruire nuove chiese, scuole o centri pastorali. Allora come si fa? L'evangelizzazione è lo sforzo della Chiesa per trovare uno spazio in cui le persone possano incontrare Gesù. Il luogo privilegiato per incontrarLo però non è, come pensiamo di solito, fatto di mattoni, ma è fatto di carne. Egli ci incontra nella sete di significato che le persone hanno, nei loro sogni e desideri, nella loro condizione di vita ferita e spezzata. Il luogo privilegiato per incontrare Gesù è lo spazio umano».

Come dimostra l'incontro tra lui e una ragazzina adolescente, figlia di un suo caro amico, pronta ad andarsene di casa. «Il padre mi implora di parlarle», racconta Tagle, «allora io la incontro e le chiedo cosa non va. Lei risponde: "Mio papà mi dice di non fumare, ma lui fuma come un turco. Mia mamma mi dice di non spendere soldi, ma lei in un weekend spende tutto lo stipendio. Sono persone false e anche tu sei falso". Di fronte a lei mi sono chiesto: ma questa ragazza è una nemica o un'amica? È un'amica, è una voce che grida per la mancanza di autenticità nelle famiglie e nella società. Lei è uno spazio umano in cui ho incontrato Gesù».

L'evangelizzazione è anche il dono della presenza di Cristo attraverso la Chiesa. A Manila, infatti, le parrocchie sono molto attive, vicine ai poveri e a chi soffre. Una volta a settimana aprono i loro spazi in modo che, chi ha bisogno, possa farsi una doccia, lavare i vestiti e avere un pasto caldo. Tutti i fedeli sono invitati a risparmiare mezzo centesimo al giorno da donare a chi non ha più niente. Poi ci sono le case d'accoglienza per le persone disabili e abusate, le visite ai carcerati agli ammalati e il sostegno agli immigrati. «La parrocchie», sottolinea Tagle, «sono chiamate ad essere una casa, un luogo di fratellanza e di speranza. Il pastore e i fedeli devono camminare insieme come una sola famiglia».

La presenza di Cristo è anche nei volti di queste persone povere. In una delle sue uscite pastorali, Tagle si mette a giocare con una bambina che vive nei rifiuti. Lei tutta sporca, inizia a toccargli il naso e a un tratto esclama: «Ma tu sei lo stesso uomo della foto che è appesa nella mia parrocchia». E lui scherzando: «No, non sono io». La bambina quasi in lacrime: «Ma allora chi sei tu? E chi è quell'uomo che vedo nella foto?». «Mi aveva riconosciuto perché è sempre andata alla cappella», spiega il Cardinale: «Una ragazza innocente, in mezzo ai rifiuti, frequenta Gesù. Sono rimasto colpito da lei. Dalla sua fede così semplice. È una grazia per me poter incontrare queste persone. Sono le tracce della presenza del Signore».

La stessa esperienza la racconta parlando di un altro incontro. «Dopo uno degli ultimi tifoni che ha colpito il nostro Paese, mi sono ritrovato a chiacchierare con una donna che aveva perso tutto e le ho chiesto come, lei e la sua famiglia, avrebbero passato il Natale quell'anno, non avendo più la casa e tutto il resto. Lei mi ha detto: "Padre forse, per la prima volta, capiremo che cosa significa davvero il Natale". Sono rimasto sconvolto, mi aspettavo un grido di rabbia o un lamento per la mancanza di cibo e di soldi. Invece no. La catastrofe era diventata un'occasione per capire di più il Natale. Questa donna, in quel momento, ha risposto alla chiamata del Signore in mezzo alla devastazione. Tutto questo non è uno sforzo umano, non è una mentalità che si acquista. Si chiama conversione. È da questi piccoli fatti che inizia il cambiamento di tutta la metropoli».

Gli spazi umani, gli spazi della Chiesa. E quelli sui mass media, su internet? «Bisogna essere presenti anche lì, sono mezzi di evangelizzazione importantissimi». Tagle ne è convinto, e scherzando un po', racconta che, dopo gli incontri tenuti nelle università della capitale filippina, i giovani chiedono di fare foto con lui per postarle su Facebook e su Twitter. «Questo è bello», continua, «è un modo di essere presenti sulla rete. Non bisogna avere paura». E anche in televisione è sicuro che è bene esserci: Tagle tiene due programmi in cui commenta le letture, prega e risponde alle domande del pubblico. «Attraverso queste trasmissioni sono in contatto anche con tutti i filippini sparsi nel mondo, quelli che sono stati costretti ad andarsene per mantenere la famiglia». E proprio a loro, ai filippini emigrati - specie quelli in Italia - lancia un appello: «La nostra terra ha forti radici cristiane, siamo un popolo dalla fede viva, abbiamo avuto anche tanti martiri tra noi. Cari amici, siate testimoni nei luoghi in cui vi trovate. Portate la fede cattolica alla famiglia italiana. Questa è la vostra missione».