La raccolta del riso a Matutum.

Ecco chi attende il Papa

Francesco parte oggi per le Filippine. Compassione, Eucarestia e misericordia le parole chiave di questo viaggio, l'occasione per poter «credere e vivere». Il Paese che lo aspetta, raccontato da là

Posso dire che la parola che più ricorre nel cuore e sulla bocca del nostro popolo è "compassione". Compassione per tutte le sofferenze che bisogna sopportare, con una pazienza e un coraggio ammirabile. Mi viene da pensare a quel brano del Vangelo, in cui Gesù guarda la folla radunata per ascoltarlo, e lui si fa commuovere. Sicuramente ci sarà una folla immensa di fedeli ad accogliere il Papa, che qui tutti sentono molto vicino, perché è capace di comprendere le difficoltà di queste persone, continuamente alla mercé di corrotti potenti locali. Una folla che non spera che il Papa risolva i suoi problemi, ma spera di essere confortata nella fede e trovare il coraggio di continuare a lottare. Una folla che si aspetta solidarietà, ma che vuole anche mostrare e offrire al Papa la sua testimonianza.

La Chiesa si è preparata molto accuratamente a questa visita. I vescovi hanno lanciato sei mesi fa una lettera pastorale intitolata Una Nazione piena di Misericordia e Compassione. Tutti sanno che papa Francesco vuole incontrare quelli che sono stati colpiti dalle recenti calamità naturali, sopratutto coloro che hanno perso tutto l’anno scorso per la furia del tifone Haiyan. Siamo stati perciò invitati a riflettere sul tema della misericordia e della compassione, per essere in comunione col Papa quando verrà. Non solo, ma ciascuno è stato invitato durante ogni messa a offrire alcune preghiere, così che la visita possa svolgersi nella pace e nella gioia.

Ogni diocesi poi manderà cento rappresentanti delle varie comunità per l’Incontro con le Famiglie a Manila. Tutti sperano che questo momento possa essere l'inizio di una nuova evangelizzazione, grazie alla quale i valori della famiglia, così tanto minacciata dalle ultime leggi sul controllo delle nascite e dalla crescente emigrazione, possano ritornare ad essere il fulcro di un'autentica società cristiana.

I vescovi hanno suggerito di impegnarsi nelle opere di misericordia, di dare spazio ogni giorno a un atto di compassione, come accorgersi dei vicini di lavoro, delle loro fatiche, confortare le persone confuse, dare cibo ai più diseredati, visitare i prigionieri. Siamo anche stati invitati a preparaci per la visita con la confessione, la partecipazione frequente all'Eucaristia, spendendo parte del nostro tempo per l’adorazione eucaristica.

Certamente la gente si aspetta che il Papa parli anche di giustizia e delle vere cause della povertà cronica, che affligge la maggior parte del popolo. Ma non direi che il tema sociale sia la grande aspettativa. Quello che la gente attende è l’incontro con una persona vera, con la verità di Cristo, con il Cristo rappresentato dal suo vicario in terra. Molti della nostra diocesi, situata nel profondo sud della nazione, vogliono andare a Manila proprio per ascoltare il Papa, perché sanno che le sue parole saranno un grande conforto per poter credere e vivere.

Dopo il tifone Haiyan, la gente di Tacloban ha sentito molto il bisogno di chiedere perdono a Dio per essersi allontanati da Lui. Quale altro popolo reagisce così? Certo, può anche essere una cosa momentanea e non produrre un cambiamento radicale, ma il fatto che solo la Chiesa fosse veramente presente a condividere il dolore della gente penso abbia ricondotto molti alla fede. Credo che abbia fatto capire non si tratta solo di una tradizione, ma di una forza capace di cambiare il presente!

Uno dei nostri amici mi diceva ieri che ciò di cui abbiamo più bisogno è essere rieducati, per poter stare in piedi di fronte alla pressione del potere. La visita del Papa sarà una grande occasione di educazione per capire cosa vuol dire veramente essere cristiani e a quale dignità siamo chiamati. Tutta la nazione sarà a Manila per affermare questa dignità di figli di Dio.

Suor Giovanna Garbelli, priora del monastero trappista di Matutum (Filippine)