Cristiani in fuga da Mosul.

Cristiani perseguitati: il digiuno dello Sri Lanka

«Nessuno può essere ucciso in nome di Dio»: con queste parole i Vescovi del Paese hanno indetto per il prossimo 7 giugno, data del Corpus Domini, una giornata di veglia e preghiera per i nuovi martiri della Chiesa

Colombo (AsiaNews) - La conferenza episcopale srilankese (Cbcsl) ha deciso di celebrare la festa del Corpus Domini (il prossimo 7 giugno) con una giornata di digiuno e preghiera, in solidarietà con i cristiani perseguitati nel mondo. I vescovi lo hanno annunciato in un messaggio firmato dal cardinale Malcolm Ranjith, presidente della conferenza, e dal segretario generale mons. Valence Mendis. Le preghiere per i perseguitati avverranno «in questo giorno in cui commemoriamo il supremo sacrificio della vita di Gesù, che dona il Suo sangue per la remissione dei nostri peccati».

Nel messaggio, i Vescovi srilankesi si dicono molto preoccupati dalle atroci uccisioni di un gran numero di cristiani in molte parti del mondo: «Abbiamo osservato con molta tristezza come sono stati assassinati in modo brutale, anche mentre erano in momenti di preghiera e adorazione. Siamo scioccati - continua il testo - soprattutto dal sapere che anche i bambini, la parte più innocente della società umana, sono stati vittime di indicibili brutalità e violenze».

La Cbcsl sollecita i capi di governo e gli uomini di buona volontà a fare tutto ciò che è in loro potere per fermare le uccisioni e tutte le altre forme di violenza perpetrate in nome della religione: «Desideriamo esprimere la più ferma condanna di queste attività inumane che violano uno dei fondamentali diritti della persona umana, cioè la libertà religiosa. La vita - prosegue il messaggio - è il più prezioso dei doni di Dio agli uomini, e ognuno è libero di aderire alla religione che sceglie. Per questo, la religione di una persona non può essere la causa della sua morte, perché nessuno può uccidere nel nome di Dio».

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