Papa Francesco davanti alla Porta Santa in San Pietro.

«L'atto con cui Dio ci viene incontro»

Dopo Bangui, l'8 dicembre Francesco apre la Porta Santa in Vaticano. Ecco una breve antologia dalla Bolla di indizione dell'Anno Santo. Per aiutarci a seguire il Papa nel Giubileo che comincia
Ezio Prato

Con la bolla Misericordiae Vultus (Il volto della Misericordia), papa Francesco indice il Giubileo Straordinario della Misericordia. Mentre precisa le modalità fondamentali di svolgimento dell’Anno Santo, il Papa offre una prima riflessione d’insieme sul tema (che riprendiamo parzialmente con una breve antologia del documento).


L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione, una data che assume particolare significato per la storia recente della Chiesa: ricorre infatti in tale giorno il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. La conclusione, con la chiusura della Porta Santa, sarà invece il 20 novembre 2016, nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’Universo. L’Anno santo non sarà celebrato solo a Roma, ma anche nelle Chiese particolari: nella Cattedrale o anche in altre Chiese e Santuari.


Nella Misericordiae Vultus, sono richiamati alcune modalità, atteggiamenti e gesti nei quali si esprimerà l’esperienza della misericordia, come risposta all’invito ad essere Misericordiosi come il Padre (cfr. Lc 6,27), «il “motto” dell’Anno Santo» (n. 7).
Per essere capaci di misericordia, il Papa raccomanda innanzitutto di porsi in ascolto della Parola di Dio, per contemplare la misericordia di Dio e assumerla come stile di vita (n. 13). Un segno peculiare dell’Anno Santo è il pellegrinaggio, icona dell’esistenza dell’uomo, segno che anche la misericordia è meta da raggiungere, con impegno e sacrificio (n. 14). L’invito è poi ad «aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica» (n. 15), attraverso l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale. Non si deve, inoltre, dimenticare la ricchezza, anche per l’oggi, delle parole del profeta Isaia che Gesù richiama nella sinagoga di Nazaret: «Portare una parola e un gesto di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere, perché curvo su se stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati» (n. 16). Un tempo forte per riscoprire la misericordia è quello della Quaresima. Papa Francesco richiama a viverla intensamente e, in questo contesto rimanda alle pratiche tradizionali della preghiera, del digiuno e della carità, ricorda l’iniziativa “24 ore per il Signore” (celebrata nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima), insiste perché i confessori siano un vero segno della misericordia del padre e invita i Vescovi e il popolo di Dio ad accogliere i Missionari della Misericordia che lui invierà (nn. 17-18). La parola del perdono è per tutti e a tutti deve giungere, specialmente a quanti sono lontani dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita (in particolare sono ricordati coloro che appartengono a gruppi criminali o sono fautori e complici di corruzione): «Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro» (n. 19). Il Giubileo, da ultimo, porta con sé il dono dell’Indulgenza, nel quale risplende il mistero della comunione della santità nella Chiesa (n. 22).



Breve antologia

Gesù Cristo, il volto della misericordia
1. Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. […] Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona (cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 4) rivela la misericordia di Dio.

2. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.

8. Con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità. La missione che Gesù ha ricevuto dal Padre è stata quella di rivelare il mistero dell’amore divino nella sua pienezza. «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16), afferma per la prima e unica volta in tutta la Sacra Scrittura l’evangelista Giovanni. Questo amore è ormai reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù. La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nei confronti dei peccatori, delle persone povere, escluse, malate e sofferenti, sono all’insegna della misericordia. Tutto in Lui parla di misericordia. Nulla in Lui è privo di compassione.

9. La misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potrebbe mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri.

La Chiesa, oasi di misericordia
10. L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa «vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 24). Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione […] di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa.

12. La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno. Nel nostro tempo, in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. […] Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia.

Giustizia e misericordia
20. Non sarà inutile in questo contesto richiamare al rapporto tra giustizia e misericordia. Non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore.
21. La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere. […]
Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la giustizia. Egli la ingloba e supera in un evento superiore dove si sperimenta l’amore che è a fondamento di una vera giustizia. […] Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La Croce di Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova.

La fonte inesauribile della misericordia
25. Un Anno Santo straordinario, dunque, per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. […] Dal cuore della Trinità, dall’intimo più profondo del mistero di Dio, sgorga e scorre senza sosta il grande fiume della misericordia. Questa fonte non potrà mai esaurirsi, per quanti siano quelli che vi si accostano. Ogni volta che ognuno ne avrà bisogno, potrà accedere ad essa, perché la misericordia di Dio è senza fine. Tanto è imperscrutabile la profondità del mistero che racchiude, tanto è inesauribile la ricchezza che da essa proviene.