Papa Francesco.

La famiglia rinasce dal perdono

Serve partire dalla concretezza della vita, per raccogliere la scelta di Francesco di «valorizzare ogni aspetto del cammino ecclesiale degli ultimi due anni». Una chiave di lettura per rileggere l'"Amoris laetitia"
Francesco Braschi

E se ci rimettessimo alla scuola della realtà? Di quella realtà nella quale si è immerso il Verbo di Dio e dove ha proclamato il Vangelo, perché attraverso questo annuncio proprio la concretezza della vita dell'uomo tornasse ad avere un significato comprensibile e suscitatore di speranza?
È questa la domanda che mi si è imposta con urgenza appena ho potuto iniziare a guardare il testo della Amoris laetitia, mentre con la coda dell'occhio vedevo scorrere sul computer le prime reazioni e i primi articoli di presentazione del contenuto dell'esortazione apostolica post-sinodale sul tema della famiglia. Si sprecano i commenti volti a scoprire se e come e dove papa Francesco abbia fatto o meno delle "aperture", a quale corrente cardinalizia o episcopale abbia dato ascolto, se emerga innanzitutto la "furbizia gesuitica" che lo contraddistingue… E via, in un crescendo di valutazioni che non si discostano molto, quanto a serietà e profondità, dalla maggior parte dei commenti che accompagnano questi articoli, una volta pubblicati online. Ma questa prospettiva così nota, così asfittica, così nemica di ogni speranza e foriera di nuove contrapposizioni, non è davvero l'unica possibile. Anzi, nemmeno riesce a rendere ragione di tutta la ricchezza del documento che abbiamo tra le mani: una ricchezza che deriva dalla scelta con cui papa Francesco ha deciso di valorizzare ogni aspetto del cammino ecclesiale degli ultimi due anni, come afferma proprio all'inizio del testo (n. 2), quando indica le modalità con cui accostarsi alla Laetitia Amoris senza temere di accennare assai esplicitamente alle condizioni in cui si è svolto il dibattito sinodale: «...la complessità delle tematiche proposte ci ha mostrato la necessità di continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali. La riflessione dei pastori e dei teologi, se è fedele alla Chiesa, onesta, realistica e creativa, ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza. I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all'atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche».
Questa chiarezza nel guardare tutto, anche le controversie e le diversità di posizione, per ricomprenderle nel cammino della Chiesa, costituisce una preziosa e importantissima indicazione di metodo, e non solo per le discussioni intraecclesiali teologiche o pastorali, ma come atteggiamento permanente anche per l'azione missionaria, ovvero per il riconoscimento della presenza di Cristo "persino" nelle situazioni più ferite e segnate dall'indifferentismo e dal rifiuto...

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