Il primo volume.

ESPOSITO Se i filosofi ci insegnano a domandare

È appena stato pubblicato un manuale di storia della filosofia. Un’opera destinata alle scuole ma non solo. Perché «la ragione riscopra la sua ampiezza»
Fabrizio Rossi

«Da Aristotele a Tommaso, da Cartesio a Kant, i filosofi ci aiutano a vedere le cose. Sono lontani nel tempo, ma le loro domande e la loro passione alla realtà ci sono vicinissime». Costantino Esposito, docente di Storia della filosofia all’Università di Bari, ha ultimato da poco l’opera cui ha lavorato quattro anni insieme al collega Pasquale Porro per i tipi di Laterza: un manuale in tre volumi di storia della filosofia per le superiori (il 17 marzo esce l’ultimo, dedicato a Otto e Novecento). Più di duemila pagine complessive, con tanto di sintesi ed esercizi al termine dei singoli paragrafi e di ogni capitolo e una serie di brani raggruppati in percorsi tematici, a seconda delle varie epoche: dall’anima alla natura, dalla ragione alla scienza, dall’io al linguaggio… Un manuale destinato innanzitutto alle scuole - potranno adottarlo già in questi mesi per il prossimo anno - ma pieno di spunti interessanti per chi punta a scoprire il significato di ciò che vive, senza rimanere in superficie.
Perché due docenti universitari si buttano in un’impresa di questo tipo?
La proposta ci è arrivata dall’editore stesso. Ci chiedeva un «manuale d’autore» che potesse entrare nelle scuole e nelle case, non un testo accessibile solo agli addetti ai lavori. Perché la filosofia non riguarda solo gli specialisti, ma è un patrimonio di esperienze per chiunque voglia usare la ragione in modo serio e critico.
Il titolo del manuale non è, come ci si aspetterebbe, Storia della filosofia, ma semplicemente Filosofia. Per quale motivo?
Volevamo sottolineare che è proprio di questo, che tratta. Perché studiare la storia della filosofia, se non per imparare cos’è la filosofia e per imparare a filosofare? Poi, certo, non si può incontrare un autore senza inquadrarlo nella sua epoca o senza capire cos’è accaduto prima. Sono convinto che la filosofia non sia una dottrina astratta, ma sia sempre legata a uomini in carne ed ossa.
Di qui, la scelta di privilegiare la forma della narrazione…
Altri manuali frazionano il racconto in mille problematiche. Noi invece abbiamo optato per una soluzione piana, puntando sulla chiarezza espositiva. Ma dietro questa scelta apparentemente "tradizionale" ci sono le più recenti acquisizioni della critica. Non è scontata neanche la scelta degli aspetti da evidenziare in ogni autore, segnalata nell’introduzione ai singoli capitoli. Come a dire: questa è la chiave dell’interpretazione che proponiamo. Anche perché la storia del pensiero non può essere vista come una serie di schemi fissati una volta per tutte: è come se si rimescolassero sempre le carte.
In che senso?
Bisogna capire di volta in volta di che si tratta. C’è chi vede la storia della filosofia come un’autostrada: lunga, tutta dritta, senza deviazioni o interruzioni. Si entra al casello “Talete”, si esce al casello “Derrida”. Ma non è così. È un intreccio continuo di tentativi, continuità e rotture. E ogni autore è come un mondo intero che merita di essere scoperto.
Ci faccia alcuni esempi.
A scuola spesso si passa da Agostino a Cartesio. Della filosofia medievale, se affrontata, si presenta solo l’ambito latino-cristiano. Noi invece abbiamo voluto dare spazio anche alle altre culture con cui quella latino-cristiana conviveva: arabo-islamica, ebraica e bizantina. Questo dà l’idea della straordinaria vivacità del Medioevo. Altro esempio: la cosiddetta filosofia “moderna” non può essere compresa senza il nesso che intrattiene con la Scolastica gesuita del XVI secolo, sempre presentata come il suo “nemico”. E nei capitoli sui filosofi politici rinascimentali, non abbiamo parlato solo di Machiavelli o Thomas More, ma anche di gente come Bartolomeo de Las Casas o Francisco De Vitoria. I protagonisti, cioè, del grandioso dibattito seguito alla "conquista" dell’America: i conquistadores potevano espropriare gli indios? Questi popoli avevano diritti naturali? Era lecito imporre loro la fede? Sembrerebbero autori “della vecchia guardia”, invece avevano colto alcune questioni destinate a riesplodere ai giorni nostri. Dimostrando che il diritto internazionale è nato nelle Scuole di teologia.
Cosa ha reso possibile questo approccio?
Abbiamo cercato di non dare per scontato nessun giudizio: ogni epoca ha offerto un suo tentativo, da valorizzare. Per lo stesso motivo, il manuale dà rilievo a personalità come Hannah Arendt o Michel Foucault: essendo vicini nel tempo, vengono di solito affrontati sommariamente o solo all’interno di correnti più generali. Mentre sono convinto che protagonisti simili del Novecento vadano trattati come dei classici.
Quale valore ha oggi lo studio di questi autori?
Dietro ogni parola che usiamo c’è una storia sedimentata, delle decisioni prese da chi ci ha preceduto. Conoscere la storia della filosofia significa innanzitutto capire come s’è formata la nostra mentalità e riappropriarsi criticamente di queste parole, a partire dalle esperienze di pensiero che le hanno generate. Ma soprattutto è un’occasione formidabile per imparare cosa vuol dire domandare: cercare di capire “che cosa c’è” e perché c’è”. È la stoffa della ragione umana, che così può tornare ad avere tutta la sua ampiezza.


Costantino Esposito e Pasquale Porro, Filosofia
vol. 1: Antica e medievale (pp. 548 - € 25); vol. 2: Moderna (in collaborazione con Paolo Ponzio; pp. 762 - € 27,50); vol. 3: Contemporanea (in collaborazione con Giusi Strummiello; pp. 850 - € 28,50). Editori Laterza 2009