OLIVER TWIST Qui anche il banco è un'opera d'arte

Studenti, imprenditori, autorità... E una festa che ha raccolto una città intera (Tracce la racconta nel numero di ottobre). Da Cometa è nato un istituto professionale che è più di una semplice scuola. Questo video spiega il perché
Paola Bergamini

Diciannove settembre 2009. Dalle 9 in via Madruzza 36, a sud di Como, è un continuo andirivieni di macchine e di pulmini che fanno la spola dal parcheggio in città alla sede di Cometa, dove da anni vivono quattro famiglie che condividono un’esperienza aperta all’accoglienza e all’educazione di bambini e ragazzi. Una festa? No. È l’inaugurazione della Scuola Oliver Twist, nata dall’esigenza di continuare l’esperienza educativa, di conoscenza del reale e di risposta al bisogno di tanti ragazzi incontrati in questi anni dalle famiglie di Cometa. Una scuola di eccellenza per chi non se la potrebbe permettere, per chi a scuola magari non ci vuole più mettere piede.
Sembrava impossibile e invece in meno di tre anni, grazie alla partnership tra Fondazione Oliver Twist - creata dal gruppo finanziario Kairos -, Fondazione Cometa, Regione Lombardia, Provincia di Como, Fondazione Cariplo, Fondazione De Agostini e una lunga cordata di imprese e imprenditori, è sorto questo complesso scolastico costruito secondo le più moderne tecnologie per ridurre l’impatto ambientale.
Niente è stato lasciato al caso: il colore delle pareti, i materiali usati, persino i banchi di legno e alluminio riciclati sono pezzi di design. Perché si educa alla bellezza, attraverso la bellezza e il ragazzo ha la possibilità di riscoprire la sua dignità, il suo essere unico. In questo complesso scolastico 250 ragazzi tra i 14 e i 18 anni potranno seguire corsi di istruzione e formazione professionale per operatori della ristorazione e del settore tessile, oltre a percorsi educativi sperimentali di recupero della scolarità attraverso il lavoro artigianale e percorsi innovati per prevenire e contrastare la dispersione scolastica.
Il 19 settembre nessuno di coloro che hanno partecipato alla costruzione di questo progetto è voluto mancare: le autorità civili, i presidenti delle Fondazioni, gli imprenditori, i ragazzi, i genitori e poi i tanti amici che non avendo potuto trovare posto nell’auditorium del nuovo edificio hanno seguito la cerimonia nel giardino della casa. Non una cerimonia formale, ma il riconoscimento di un’esperienza educativa viva, che ha commosso le tante persone che avendola incontrata hanno voluto coinvolgersi. Come ha detto don Julián Carrón durante la lezione: «L’educazione è dare il senso della vita, non è una parola, è un’esperienza». Questo troveranno i 250 ragazzi alla Oliver Twist. E questo si intuisce vedendo il video che proponiamo, realizzato dal regista Paolo Lipari e proiettato proprio quel giorno, durante l’inaugurazione.

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