Un momento delle "Romanae disputationes".

La filosofia c'entra con i miei diciotto anni

Il primo concorso nazionale di filosofia proposto a dei liceali s'intitola "Romanae disputationes". Più di 700 partecipanti. Per scoprire che gli autori aiutano a «"dare il nome" a ciò che confusamente preme nell’animo». I primi a stupirsi? Gli insegnanti
Anna Minghetti

In un momento di crisi sembrerebbe meglio lasciar perdere certe materie. La filosofia per esempio. In un momento in cui si fatica a trovare lavoro, passa il luogo comune che bisogna concentrarsi sulle discipline “utili”. La filosofia non sarebbe tra queste a guardare. Il motto che da generazioni gira tra gli studenti: «La filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo resta tale e quale». Eppure, un’esperienza che in questi ultimi mesi ha avuto il suo centro a Roma ma ha visto coinvolte tantissime città italiane, potrebbe aiutare a rivedere questa scala di valori.

"Romanae disputationes" è il nome del primo concorso nazionale di filosofia proposto a team di studenti liceali in Italia. Ideato da ToKalOn, associazione di docenti e studiosi che opera nel campo dell’educazione e della didattica d’eccellenza, ha visto il coinvolgimento di realtà molto importanti: da Roma Capitale all’Università Cattolica di Milano, fino alla casa editrice Loescher. Un percorso durato cinque mesi e diviso in tre momenti fondamentali.

A dare l’avvio, lo scorso 7 novembre, la lezione introduttiva del professor Costantino Esposito, presidente della giuria e del comitato scientifico del concorso. Poi gli studenti, riuniti in piccoli gruppi, hanno elaborato una tesina o un contributo multimediale. I lavori sono infine stati valutati dal comitato didattico di 24 docenti liceali e dal comitato scientifico del concorso, composto da 11 importanti professori di diverse università italiane e straniere. I lavori migliori sono stati premiati gli scorsi 18 e 19 marzo nel momento conclusivo che si è tenuto presso la Pontificia Università Urbaniana.

Due giorni intensi, con le lezioni di Enrico Berti, professore emerito dell’Università di Padova, Mario De Caro, professore di Filosofia morale a Roma Tre, e Pietro Toffoletto, docente liceale e musicista, insieme alla presentazione degli elaborati vincitori e alla visita della Roma dei filosofi.

Ma perché le "Romanae disputationes"? Nella disillusione che spesso si incontra nelle classi, a volte vince la curiosità sincera di imparare cose nuove. Questo progetto vuole aiutare a far riscoprire che ciò che si studia è interessante nel senso etimologico del termine, cioè “è tra”, c'entra con la realtà che viviamo. Ma cosa c'entrano le domande dei filosofi con dei ragazzi di diciassette e diciott’anni?

Una professoressa che ha svolto il ruolo di referente per alcuni gruppi di suoi studenti racconta di una scoperta: gli autori studiati dai ragazzi avevano dato voce a qualcosa che vibrava anche dentro di loro. «Ci hanno permesso di “dare il nome” a ciò che confusamente preme nell’animo ed esige di essere espresso». Così uno dei partecipanti al concorso, sottolineando come la filosofia spesso venga vista lontana dal quotidiano, dopo il concorso ha affermato che le questioni che essa affronta «sono affari che riguardano intimamente ciascun essere umano».

Gli insegnanti sono i primi a stupirsi dell’entusiasmo nei loro studenti: «L’impegno del lavoro non li spaventa: confrontarsi, discutere, inventare, comunicare, tutto questo in fondo significa diventare finalmente protagonisti di quella ricerca viva che hanno conosciuto essere il tessuto della filosofia. Fino ad ora studiata solo sui libri».

Quest’esperienza ha fatto sì che i ragazzi si trovassero a spiegare con passione quello che solitamente a stento sopportavano in classe, e a scoprire l’importanza del confronto con gli altri nel costruire un progetto. E d’altra parte il tema scelto per questa prima edizione "Sapere aude! Natura e possibilità della ragione umana" mette proprio al centro le domande «sulla natura razionale dell’uomo, sui suoi limiti e sulle possibilità conoscitive», come ha ricordato il professor Marco Ferrari, direttore del concorso.

Un invito che ha prodotto risultati, come racconta un’altra professoressa: «È stato incredibile vedere i ragazzi mettere tutto se stessi nel produrre la propria tesina. Vederli entusiasti di quello che via via scoprivano e riuscivano autonomamente a realizzare». Ma sono anche i numeri a parlare del successo dell’iniziativa: 1400 le persone coinvolte nella lezione introduttiva in streaming, 770 iscritti al concorso tra studenti e docenti di 45 scuole italiane, per un totale di 114 tesine realizzate e 28 video valutati. Insomma un’esperienza promossa a pieni voti, e che già sul treno del ritorno da Roma, alcuni ragazzi chiedevano di poter ripetere l’anno successivo. «Perché?», chiede il professore. «Per poter rifare quest’esperienza di vera conoscenza». Il tema dell’anno prossimo? "Libertà va cercando, ch’è sì cara. L’esperienza della libertà".