La festa di Gs a Legnano.

La certezza di un punto cui affidarsi

Si sono trovati a centinaia nel pratone davanti al Castello di Legnano, sabato 1 giugno. Tra canti, giochi e sfide tra "contrade", ecco cosa è accaduto alla festa di fine anno dei giessini lombardi
Gianni Mereghetti

Sabato 1 giugno a Legnano c'è stata la festa di fine anno degli studenti di tutta la Lombardia, una interessante e significativa modalità con cui Gs ha voluto concludere un anno appassionante e aprire la sfida del tempo delle vacanze. Tema della festa, "Un impeto senza tregua", a rilanciare la provocazione che ha fatto don Julián Carrón a conclusione del Triduo pasquale.

Una grande intensità quella del pomeriggio e della sera a Legnano. Il tutto è iniziato con un grande gioco che ha visto i ragazzi impegnati a far rivivere le sfide delle antiche contrade e che li ha portati ad invadere la città, alla ricerca delle soluzioni delle prove da affrontare e superare, per risultare alla fine vincitori. Terminato il gioco tutti gli studenti si sono radunati al Castello, dove è stata celebrata la messa.

Le tavole imbandite dalle diverse squadre, in modi fantasmagorici, hanno dato il via alla cena sul campo davanti al castello che ha fatto poi da cornice al momento conclusivo: prima l'intervento del sindaco e poi canti e frizzi hanno coinvolto tutti in un gesto che via via cresceva di potenza e di suggestività, segno di una presenza molto più grande del numero dei partecipanti.

Le conclusioni di Alberto Bonfanti, sotto un cielo che si colorava di azzurro e di rosa al tramonto, hanno interpretato bene la gratitudine per la ricchezza di un anno vissuto all'insegna della urgenza della felicità, e la certezza di poter reggere la sfida della libertà cui aprono le vacanze.

È stato, quello del primo giugno, un gesto commovente, perché ha fatto emergere con una forza che mai mi sarei aspettato uno dei fattori più significativi dell'esperienza di un anno a scuola: la certezza che l'impeto del vivere viene da quello che il Mistero mi ha consegnato, il cuore! È questa certezza che mi passava davanti guardando i giessini che si impegnavano nei giochi o cantando guidati dal coro o ridendo per la genialità dei frizzi: la stessa certezza con cui spesso mi sono trovato a fare i conti guardando me e gli studenti con cui stentatamente cammino, la certezza che vi è un punto cui affidarsi totalmente, il cuore appunto. Tanto che, quando ci si fida di altro, tutto si complica e ci si perde.

Per questo ho vissuto questa festa con dentro una gratitudine immensa. Se non mi sono perso è grazie alla compagnia che ha fatto questa festa a Legnano, una compagnia che ti fa guardare a Colui che la regge, quella Presenza buona che sfida il cuore ad essere quello che deve, il punto di forza nella battaglia della vita.

Sono grato di un anno segnato così dalla presenza del Mistero, e lieto per il Suo sguardo che si è rivolto a me e, guardandomi, mi ha fatto guardare a questi giovani compagni per quello che sono. È la Sua tenerezza in azione nella mia storia. A Legnano ho visto scorrere un anno e l'ho visto nella letizia di tanti volti che mi hanno ridetto con grande energia che è per Lui che oggi ci ritroviamo così felici, più grandi di quando abbiamo iniziato l'anno, più affascinati di quel Volto che abbiamo incontrato e nel cui sguardo diventiamo più veri. È stata una festa autentica, perché al centro è stata messa la nostra vita, il cammino fatto e quello da affrontare, la memoria di un avvenimento che oggi accade.
A Legnano mi è passato davanti un anno e posso dire con più certezza di essere "vergognosamente felice!" .