Il liceo, l'esame e «quell'infinito mare»

Dopo cinque anni di scuola, anche tra difficoltà, assenze e brutti voti, una studentessa ringrazia i suoi prof. Tutto per quella scoperta: «Studiando, ho capito meglio chi sono e cosa desidero veramente». Ecco la lettera

Cari prof, gli esami sono finiti, ma non per me, che desidero ricominciare e vorrei spiegarvi il perché con un "grazie" per quello che ho ricevuto in cinque anni di liceo. Grazie per tutto il tempo in cui mi avete ascoltato, grazie per non avermi mandata via quando non ce la facevo più, grazie per avermi ripreso a scuola dopo lunghe assenze, quando la nausea mi prendeva appena sveglia (ancora non sapevo che era quella della vita). Grazie per aver pazientato quando non conoscevo quello che spiegavate con tanta cura. Grazie perché in tutto questo tempo ho imparato a giudicare che tutto era per me, anche quello che non andava, anche il mio male, che sembrava portarmi via.

Grazie anche per avermi sottratto tanti autori (sant'Agostino, san Tommaso, Dante, Manzoni, Kierkegaard, Pascal, Eliot e Rebora, scoperti durante lo studio della mia tesina), che mi avrebbero aiutato a capire il mio disagio, perché ora sono più assetata di conoscerli. Un disagio che non era solo il mio, ma di tutti i tempi e di tutti gli uomini (anche il vostro, ora capisco perché lo vedevo tante volte anche nei vostri occhi). Anzi voglio dirvi grazie per avermi dato l'opportunità di fare gli esami, anche se non lo meritavo pienamente, perché, studiando, ho riscoperto meglio chi sono e cosa desidero veramente.

E di tanti brutti voti presi «non è rimasto / neppure tanto», come dice Ungaretti nella sua poesia San Martino del Carso, con tante croci. Ma da quelle croci è uscito un uomo nuovo. Io ora mi sento così, come lui, con le ossa fracassate da tante croci, ma una sola è quella che mi ha salvato: quella di Gesù. Senza la Sua presenza, attraverso persone che mi sono state vicine accompagnandomi passo passo per farmi giungere in porto, sarei affondata. Ora, invece, sono qui a ringraziare, anche del male vissuto, perché attraverso di esso io ho scoperto che il gusto della vita non è dato dal fatto che tutto va bene, ma dall'essere amati da Lui.
Per finire, vorrei dire a tutti: non studiate solo per accumulare conoscenze, ma per scoprire, attraverso ogni goccia di sapere, l'infinito mare di questo tesoro che è la vita.
Beatrice, Milano