DISAL Quando tra i banchi s'insegna il "fare"

Cento dirigenti scolastici si ritroveranno il 18 marzo a Montesilvano per il convegno annuale di Disal, cercando di rispondere a una domanda: «È la scuola che ha abbandonato il lavoro, o il lavoro che ha abbandonato la scuola?»
Emmanuele Michela

“Imparare facendo”: è il titolo del convegno annuale di Disal, l’associazione che raduna dirigenti scolastici da tutta Italia che, dal 18 al 20 marzo a Montesilvano (Pescara), tenterà di rispondere alla domanda: «È la scuola che ha abbandonato il lavoro o il lavoro che ha abbandonato la scuola?», come si legge sul programma della tre giorni. «Uno dei mali più seri della scuola è l’enorme distanza che i giovani percepiscono tra la scuola e la vita», dice Roberto Pellegatta, dirigente scolastico brianzolo a capo di Disal. «Non bisogna ridurre la vita della scuola a una semplice attività intellettuale, dove entra in azione solo il cervello. Da una parte abbiamo il rischio dell’intellettualismo e dell’astrattezza, dall’altra c’è il bisogno sempre più grande di un ambiente di scuola che metta in movimento tutte le dimensioni di una persona». Ecco che, quindi, diventa fondamentale il lavoro, non solo inteso come professione, ma, più in generale, come quel “fare” che coinvolge tutte le dimensioni attive di un individuo, fin dalle scuole elementari.
«Fare: vuol dire capire una cosa facendola - spiega Pellegatta -. Per questo sosteniamo la diffusione di laboratori ed esperimenti». E ancor di più, arrivando alle scuole superiori, tutto questo si traduce con una vicinanza al mondo del lavoro, non da intendere come un dovere o una condanna, ma, come per i benedettini, «la piena espressione dell’umano». Ben vengano quindi stage, laboratori, esperienze all’estero: «In particolare Disal sta studiando con la Compagnia delle Opere un progetto di rapporto con varie aziende che vada proprio in questa direzione».
Un avvicinamento che fa bene a tutti, soprattutto a chi studia: «Nell’istituto professionale che dirigo, da quattro anni abbiamo fatto partire lunghe esperienze di lavoro di 2-3 settimane, mantenendo uno stretto rapporto con le aziende. Abbiamo visto i ragazzi, molti con grandi difficoltà nello studio, rifiorire dopo queste esperienze di lavoro».
A Montesilvano il convegno sarà aperto dall’intervento di Bernhard Scholz, presidente Cdo, cui faranno seguito numerose testimonianze di persone provenienti da istituti diversi, da luoghi in cui si sta provando a colmare questa distanza tra mondo scolastico e mondo lavorativo. «Gli istituti italiani sono pieni di esempi virtuosi - spiega ancora Pellegatta -. I gruppi di lavoro di questi giorni partiranno proprio da questi, per poi andarne ad individuare la replicabilità e la possibile diffusione anche in altri istituti». Il tutto studiato dalla prospettiva di chi «deve guardare al problema curando l’organizzazione degli ambienti scolastici. Protagonista è il rapporto tra docente e studente: al preside il compito di favorirlo. Per questo - conclude Pellegatta - bisogna cercare di valorizzare chi si gioca in questi tentativi».