Le catapulte realizzate dagli studenti <br>della scuola Massimiliano Kolbe di Vercurago.

DIESSE La passione per il lavoro? S'impara a scuola

Robot, catapulte, sedie: sono solo alcuni dei prodotti realizzati dagli studenti di trecento classi partecipanti al progetto di Diesse Lombardia. Che ha cercato la chiave per riavvicinare i giovani al mondo del lavoro
Emmanuele Michela

“Lavorare per conoscere, conoscere per lavorare”: è il titolo del progetto che l’associazione di insegnanti Diesse Lombardia ha sostenuto in questi ultimi due anni scolastici per cercare di riavvicinare al mondo del lavoro i giovani delle scuole secondarie e degli istituti professionali. «Abbiamo voluto promuovere la cultura del lavoro nella scuola - ha spiegato Mariella Ferrante, presidente di Diesse Lombardia - introducendo nell’insegnamento il lavoro operativo come strumento didattico e modalità per conoscere e interpretare la realtà».
Il programma del progetto ha preso il via nel 2007/2008, coinvolgendo quasi trecento classi di vari istituti lombardi, e ha visto come protagonisti inizialmente alcune figure del mondo del lavoro, incontrate dagli studenti in diversi momenti dell’anno. Su tutti, François Michelin, presidente onorario dell’omonima ditta di pneumatici, che ha raccontato loro l’aneddoto dei tre tagliapietre, cui un passante chiede: «Cosa state facendo?». Il primo risponde: «Taglio una pietra». Il secondo: «Realizzo una scultura». Il terzo «Costruisco una cattedrale». «Lì sta l’essenziale della nostra attitudine - ha spiegato Michelin -: ciò che qualifica un lavoro è lo scopo a cui uno vuole arrivare».
I veri interpreti sono poi diventati gli studenti stessi. Ogni classe, seguita dai propri insegnanti, ha ideato e realizzato un prodotto, un manufatto o un video: un robot, una miniguida per alcune città europee, una catapulta, delle sedie decorate; piccoli gioielli che hanno permesso ai ragazzi coinvolti di conoscere dai propri banchi scolastici quale esperienza professionale e culturale vi possa essere dietro alla realizzazione di un prodotto ben fatto.
I lavori sono terminati il 16 maggio, all’Istituto professionale Caterina da Siena di Milano, con le premiazioni dei prodotti più meritevoli. Nella categoria per le scuole secondarie di I grado ha vinto la scuola statale Massimiliano Kolbe di Vercurago (Lecco), che ha realizzato piccoli artefatti: catapulte, lampade a traforo, scatole carillon, tutti oggetti che spiegano la trasformazione fisica dell’energia. Nell’altra categoria, quella per scuole secondarie di II grado e per istituti professionali, hanno trionfato, ex-aequo, i progetti del Centro di Formazione Professionale per ragazzi disabili “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini (Lecco) e di Castiglione Olona (Varese): il primo con il recupero, il restauro e l’abbellimento di alcune sedie destinate alla discarica, il secondo con la produzione di cassapanche e arredi vari per le camerette dei bambini.
Ma ogni lavoro meriterebbe di essere citato: da un mulino per la macina dei cereali a una macchina schiaccia lattine, da un vocabolario di economia aziendale a una lampada con paralume rotante, e altri ancora.
Interessante è stato anche il video realizzato dalla scuola professionale per estetisti e parrucchieri Top Style School, di Legnano: i ragazzi descrivevano uno stage svolto presso una casa di riposo, che ha permesso loro di accrescere la competenza professionale e umana. Acconciando e curando mani e piedi delle pazienti, è stato possibile istaurare con queste anziane un rapporto di amicizia, riuscendo anche a cogliere così il valore delle persone, a prescindere dall’età, dall’aspetto o dalla malattia. È quello che spiega una di queste ragazze, durante la premiazione. Aveva appena finito di fare manicure e pedicure ad un’anziana, che l’ha ringraziata: «Com'è bello che tu venga qui da me».
Ha stupito anche un altro video, prodotto dall’istituto per meccanici Zanardelli di Brescia, in cui gli studenti, numerosi dei quali extracomunitari, spiegavano, ognuno nella propria lingua (in tutto nove), cosa significhi lavorare, quanto sia importante l’integrazione culturale, e come la loro passione per il lavoro sia nata a scuola: un luogo che ancora può insegnare ai giovani ad appassionarsi della realtà.