Il laboratorio di Fisica in Moto della Ducati.

Il rosso Ducati e il bello della fisica

La Fondazione Ducati organizza dal 12 al 17 luglio la "Summer School Fisica in Moto". Un'occasione unica per 25 studenti delle superiori di lavorare fianco a fianco con ingegneri e professori universitari
Niccolò De Carolis

Energia cinetica, quantità di moto, momento angolare… Sono solo definizioni? Nella pratica a cosa servono? Per rispondere a queste domande la casa motociclistica Ducati ha messo in piedi, attraverso la sua Fondazione, la “Summer School Fisica in Moto”. Per mostrare agli studenti come le leggi della fisica riescano a trasformare la realtà. A rendere una moto più veloce e competitiva, per esempio.
Dal 12 al 15 luglio, venticinque ragazzi maggiorenni selezionati da tutta Italia, potranno mettere le mani sulle apparecchiature sofisticate del laboratorio Ducati. Non solo, avranno anche la possibilità di incontrare ingegneri della casa motociclistica di Bologna ed esperti del mondo accademico. «Abbiamo voluto sfruttare le potenzialità del laboratorio per valorizzare gli interessi e i talenti dei ragazzi», spiega Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi di Bologna e consigliere della Fondazione Ducati. Il progetto nasce con il finanziamento del Piano Nazionale Lauree Scientifiche del ministero dell’università, che ha come scopo quello di riavvicinare i ragazzi a facoltà come Matematica e Fisica. «Da un lato apprenderanno fino a dove si è spinta la ricerca scientifica, per esempio conosceranno il mondo dei materiali nanostrutturati. Dall’altro toccheranno con mano la concretezza dei loro studi, scopriranno come astratte formule matematiche riescano a stabilire quale curvatura della carena rende più aerodinamica la moto. La Summer School è parte di un progetto che dura tutto l’anno». Dal 2006 il laboratorio Ducati, infatti, è visitato ogni anno da circa 8.000 studenti provenienti dai licei di tutta Italia. Le classi, tra osservazioni e sperimentazioni, trascorrono a Bologna una giornata intera. «Ho visto ragazzi appassionarsi ad argomenti che in classe, di solito, guardano con diffidenza. Per questo motivo abbiamo deciso di dare un’ulteriore possibilità agli alunni più interessati e meritevoli».
Gli studenti che hanno superato la selezione sono stati divisi in cinque team di ricerca, ciascuno dei quali dovrà osservare, lungo l’arco dei quattro giorni, un determinato processo fisico e modellizzarlo. Al workshop finale presenteranno i loro risultati a una giuria di esperti che consegnerà un attestato e dei premi. «Abbiamo pensato questa modalità per non lasciarli semplici spettatori. Gli abbiamo chiesto di mettersi subito alla prova, lasciando da parte i timori».
Federico Corni, professore di Didattica e Storia della Fisica all’università di Modena e Reggio Emilia, ha curato la selezione dei ragazzi e la progettazione del percorso didattico: «Daremo in mano ai ragazzi i motori Ducati, li smonteranno e rimonteranno. Ma la novità non è solo questa. Vogliamo che provino sul loro corpo gli effetti dei loro esperimenti. Li faremo salire in sella a delle apposite moto, biciclette e giostre». L’appuntamento più atteso dai ragazzi è mercoledì con Filippo Preziosi, direttore generale di Ducati Corse. Preziosi, sulla sedia a rotelle per un incidente stradale, lavora a stretto contatto con Valentino Rossi in quanto responsabile tecnico della moto da corsa Desmosedici.
Ecco cosa succede quando università, scuola e impresa si incontrano per mettersi a disposizione dei ragazzi e investire sul loro desiderio di conoscenza. Come spiega Corni: «Non vogliamo insegnare la fisica solo per il gusto del calcolo o per imparare decine di formule a memoria. La fisica appassiona innanzitutto chi non ha paura di farsi domande sempre più profonde e radicali».