Lasciamoci sorprendere da Dio

Discorso di papa Francesco all'incontro con i giovani durante il viaggio in Sri Lanka e Filippine (Manila, 18 gennaio 2015)

Prima di tutto una notizia triste. Ieri, mentre stava per iniziare la Messa, è caduta una delle torri e cadendo ha colpito una ragazza ed è morta. Il suo nome è Cristal. Lei ha lavorato nell’organizzazione di quella Messa. Aveva 27 anni, era giovane come voi e lavorava per un’associazione. Era una volontaria. Vorrei che noi tutti insieme, voi giovani come lei, pregassimo in silenzio un minuto e poi invochiamo la nostra Madre del cielo.

[Silenzio … Ave Maria]

Facciamo una preghiera anche per suo papà e sua mamma. Era figlia unica. Sua mamma sta venendo da Hong Kong. Suo papà è venuto a Manila ad aspettare la mamma.
È una gioia per me essere oggi con voi. Saluto cordialmente ciascuno di voi e ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro. Nel corso della mia visita alle Filippine, ho voluto in modo particolare incontrarmi con voi giovani, per ascoltarvi e parlare con voi. Desidero esprimere l’amore e la speranza che la Chiesa ha per voi. E voglio incoraggiarvi, come cittadini cristiani di questo Paese, a dedicarvi con passione e con onestà al grande impegno di rinnovare la vostra società e di contribuire a costruire un mondo migliore.
In modo speciale, ringrazio i giovani che mi hanno rivolto parole di benvenuto: Jun, Leandro e Rikki. Grazie tante!
Un po’… sulla piccola rappresentazione delle donne. Troppo poco! Le donne hanno molto da dirci nella società di oggi. A volte siamo troppo maschilisti, e non lasciamo spazio alla donna. Ma la donna sa vedere le cose con occhi diversi dagli uomini. La donna sa fare domande che noi uomini non riusciamo a capire. Fate attenzione: lei [indica Jun] oggi ha fatto l’unica domanda che non ha risposta. E non le venivano le parole, ha dovuto dirlo con le lacrime. Così, quando verrà il prossimo Papa a Manila, che ci siano più donne!
Ti ringrazio, Jun, che hai presentato con tanto coraggio la tua esperienza. Come ho detto prima, il nucleo della tua domanda quasi non ha risposta. Solo quando siamo capaci di piangere sulle cose che voi avete vissuto possiamo capire qualcosa e rispondere qualcosa. La grande domanda per tutti: perché i bambini soffrono? Perché i bambini soffrono? Proprio quando il cuore riesce a porsi la domanda e a piangere, possiamo capire qualcosa. C’è una compassione mondana che non serve a niente! Una compassione che tutt’al più ci porta a mettere mano al borsellino e a dare una moneta. Se Cristo avesse avuto questa compassione avrebbe passato, curato tre o quattro persone e sarebbe tornato al Padre. Solamente quando Cristo ha pianto ed è stato capace di piangere ha capito i nostri drammi (continua a leggere)