Dall'Iraq: «Vi chiediamo aiuto»

Non è rimasto inascoltato l'appello che monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia, ha lanciato al Meeting di Rimini. Avsi si è impegnata e propone a tutti di contribuire

«Non capiamo il perché, le ragioni reali di tutto questo. Chiediamo aiuto, ma sembra non esserci nessuno che voglia farlo», è stato l’appello lanciato sabato dal palco del Meeting di Rimini da monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia in Iraq. Proprio partendo da queste parole Fondazione Avsi ha lanciato una raccolta fondi a sostegno dei profughi iracheni, in gran parte cristiani, che hanno trovato rifugio nell’area di Erbil, nel Kurdistan iracheno, in seguito agli scontri tra Stato Islamico e milizie curde nel nord-est dell’Iraq. L’intervento consisterà sopratutto nella fornitura di beni essenziali, cibo e supporto al pagamento degli affitti, in partnership con il Patriarcato Caldeo e la Caritas irachena. «Siamo passati, dall’occupazione americana alla più strana e terribile persecuzione, a Mosul. Vogliono sradicarci dalle nostre radici e dal nostro terreno, cancellare la nostra cultura millenaria in Iraq. Vogliono sradicarci, ucciderci, distruggere tutta l’archeologia e i manoscritti più antichi», ha spiegato ancora monsignor Warduni a Rimini.

I rifugiati giunti a Erbil, attualmente sono almeno 180mila, in gran parte cristiani. Nel nord dell’Iraq dall’inizio di agosto, oltre 120mila cristiani hanno lasciato le loro case nella piana di Ninive, in seguito ad alcuni violenti attacchi da parte dello Stato islamico a città abitate da minoranze etniche, soprattutto cristiani e yazidi, e ai successivi scontri con le milizie curde sostenute dall’aviazione americana.

Sono fuggiti nell’area di Erbil, dove hanno trovato salvezza ma al prezzo di condizioni di vita difficili. Da giugno, mese in cui è partita l’offensiva dello Stato islamico nel Kurdistan iracheno che ha condotto alla presa della città di Mosul e a scontri in tutta l’area, più di 700mila iracheni hanno lasciato le loro abitazioni.

Si può dare il proprio contributo con un bonifico o secondo le modalità segnalate sul sito di AVSI (Vai al sito).

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