Volevano solo vivere davvero...

Abbiamo iniziato su "Tracce" di febbraio, con quattro testimonianze. Continuiamo qui, con altre storie che ci aiutano a vedere come accade che la fede diventa «intelligenza della realtà». E cambia la vita sociale

Nel continuare il lavoro in vista del voto, il primo punto della Nota di Cl ci sembra una provocazione sempre più aperta, e da non perdere: «Il primo livello d’incidenza politica di una comunità cristiana viva è la sua stessa esistenza, in quanto questa implica uno spazio e delle possibilità espressive».
Che cosa vuol dire che una fede vissuta, solo per il fatto di esserci, ha la forza di “fare politica”, di servire il bene comune, è capace - in una parola - di costruzione? La risposta chiede di cercare e guardare bene quello che accade intorno a comunità cristiane «vitali ed autentiche». Siano esse un quartiere, un asilo, un’associazione di famiglie...
Così, come abbiamo iniziato a fare sul numero di Tracce di febbraio, continuiamo qui a proporvi alcune testimonianze: storie che documentano, in ambiti diversi, l’influsso che ha sulla vita pubblica questo "essere protagonisti", con l'intelligenza e la carità che nascono dalla fede.
E come contributo al lavoro di domande, confronto e informazione sulla scelta elettorale, abbiamo raccolto in un dossier gli articoli e il materiale più interessante pubblicato sui giornali e in Rete (leggi qui), per accompagnarci da qui al voto.


La politica a Spaccanapoli, di Ubaldo Casotto

Mille incontri elettorali, o una serata così?, di Emanuele Braga

L'affido, la legge e la domanda di Maria Grazia, di Paola Bergamini

Che questa scuola ci sia, ho solo da guadagnarci, di Paolo Perego