Qualche ora di turno, poi un'amicizia

La giornata fitta di lavoro al supermercato, fianco a fianco ad altri volontari. Tra loro, quattro ragazzi che partecipavano per la prima volta. Sconosciuti, eppure la sera davanti ad una pizza... Il Banco alimentare nel racconto di Fausta

Carissimi,
vi scrivo due righe per raccontarvi la mia esperienza di Colletta.
Con mio marito abbiamo fatto due turni in due diversi supermercati, uno al mattino e uno alla chiusura. Vi scrivo per raccontarvi del turno serale.
Al supermercato di Garbagnate Milanese hanno fatto servizio come volontari, per tutta la giornata, quattro ragazzi della comunità di recupero tossicodipendenze, un centro che è destinatario ufficiale del Banco. E dopo aver chiuso e consegnato tutti i pacchi al furgone che li portava in magazzino, siamo andati in pizzeria con loro.
L’impatto umano con le loro storie di vita è di quelli che ti tiene agitata tutta la notte
. Erano tutti e quattro molto aperti a raccontare di sé a noi che, in fondo, siamo degli sconosciuti con cui hanno condiviso solo qualche ora di turno. Uno di loro, appena si è svuotata la sala della pizzeria, ha voluto del silenzio per ringraziare dell’accoglienza e dell’affetto da cui si sono sentiti abbracciati. Ha detto che in tutta la sua vita era la seconda volta che qualcuno gli offriva una pizza, e che non potevamo immaginare quanto fosse significativo questo gesto di stima e di fiducia nei loro confronti. Era molto stupito del nostro modo semplice di stare insieme. Noi abbiamo ringraziato loro per la testimonianza che ci hanno dato, in tutti i sensi.
Ci siamo salutati con un abbraccio, uno a uno, e non era un saluto formale. «Condividere i bisogni per condividere il senso della vita»: ecco, questa è stata la mia Colletta!

Fausta