Il tu dalle macerie della distruzione

Una rilettura del Meeting appena concluso. Da Madre Teresa ai santi americani, dai settant'anni della Repubblica all'abbraccio tra Agnese Moro e Maria Grazia Grena: «Abbiamo visto una strada possibile e realistica», anche dopo il terremoto
Giorgio Vittadini

Due anni fa al Meeting di Rimini si era parlato di periferie esistenziali ("Verso le periferie del mondo e dell'esistenza. Il destino non ha lasciato solo l'uomo") mettendo in luce quanta energia di vita e creatività c'è tra la gente-gente, quella che di solito non è ricordata nei libri di storia, ma che è il centro da cui ripartire. L'anno scorso con il verso di una poesia di Mario Luzi, "Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?" ci si è interrogati su quella mancanza che non fa chiudere in sé stessi ma ci spinge continuamente a cercare, facendoci percepire la bellezza nascosta in ciò che c'è intorno. Quasi a completare una sorta di trilogia ideale, quest'anno al Meeting di Rimini abbiamo visto che non basta stupirsi della grandezza nascosta in ogni angolo del mondo, seppur mossi dalle urgenze del nostro cuore. "Tu sei un bene per me" ha rappresentato un ulteriore passo: la possibilità di scoprire che la nostra identità emerge compiutamente nel rapporto con un altro, che sia quella persona apparentemente insignificante che vive accanto a noi o colui che vorrebbe la nostra morte. Ha detto don Julián Carrón nell'intervista concessa al Quotidiano Meeting: «Ho scoperto che l'altro non era soltanto un ostacolo, ma era qualcosa che mi spalancava a capire di più, a domandarmi delle cose, a scoprire nuovi orizzonti che prima non avevo immaginato. Allora ho percepito che la realtà è amica, che l'altro è amico indipendentemente da quale sia la sua posizione. Perché ti fa diventare di più te stesso«. Non è una utopia, è un'esperienza vissuta e visibile e il Meeting, come da sua tradizione, ha scelto di raccontarlo da diverse parti del mondo attraverso testimonianze che rispondono a una domanda concreta: colui che la pensa diversamente da me, che appartiene a una religione o a una etnia diversa dalla mia, come può non essere più un nemico, ma un amico, un bene per me? La testimonianza dei martiri gesuiti, raccontati nella mostra "American Dream" dedicata ai santi americani, è il primo di questi esempi.

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