Luca e Giovanni durante la Colletta alimentare.

Il miracolo di una tazza di tè

La sveglia alle sei, il freddo, le dimensioni del negozio... Le premesse non erano le migliori. Ma, per Luca e Giovanni, la Colletta è stata una scoperta: dall'accoglienza di Mario, all'incontro con Sirio. Fino al pranzo con Redone, che vende rose

«Perché vale la pena vivere? Il miracolo della gratuità che accade ogni anno durante la giornata della Colletta alimentare può essere un'occasione per iniziare a rispondere a questa domanda». Con questa frase di Carròn, detta dopo i tragici fatti di Parigi, il nostro amico Martino ci ha invitati a partecipare alla Colletta alimentare in Brianza: una grande sfida che ogni anno ci chiama a tastare con mano la «gratuità che accade».

Merate è la tappa prevista per me e Giovanni, che studiamo Economia e Scienze bancarie all'Università Cattolica di Milano. Nonostante la premessa del nostro responsabile, che ci ha messi subito in guardia sulle scarse dimensioni del supermercato e la probabile monotonia del lavoro a cui saremmo andati incontro, io e Giovanni, un po' diffidenti, accettiamo lo stesso di andare.

Sveglia alle sei, partenza da Milano alle sette e alle otto iniziamo. Appena arrivati ci rendiamo subito conto che in quel supermercato (un piccolo negozio di generi alimentari) non avremmo raccolto molto e, delusi dalle dimensioni, dal freddo e dalla poca vita in giro, cominciamo ad abbatterci. Non ci saremmo mai aspettati però che da quel luogo potesse accadere un vero e proprio «miracolo di gratuità».

Conosciamo il titolare del supermercato, il signor Mario, anche addetto al reparto salumeria. Lui, con molta gentilezza, ci offre un tè caldo per combattere il freddo. Il posto era così piccolo che il nostro lavoro doveva svolgersi appena fuori l'entrata. Da questo gesto, lo stare lì comincia a prendere la forma di una vera e propria Grazia: a cominciare dalla signora che, sebbene con fare scontroso ci avesse anticipato di non avere soldi e di non voler aderire all’iniziativa, esce donando dei pacchi di pasta, fino all'incontro con Redone: un ragazzo marocchino che da Piacenza si sveglia ogni mattina, prende il treno e vende fiori in giro per la Brianza. A lui, dopo aver pranzato insieme con pizzoccheri e pizza offerti dal signor Mario, abbiamo regalato un pacco di biscotti, da condividere con la sua bambina di quattro anni, Iba (nome che, ci spiega, significa "dono"). Aver avuto la possibilità di dialogare con lui è stato bellissimo. Nonostante la differenza culturale che ci distingue, ci ha stupito la grande libertà che ha avuto nel raccontarci la sua storia, e nel discutere di quanto accaduto a Parigi.

Terminato il turno della mattina io e Giovanni non vediamo l'ora di tornare, alle quattro del pomeriggio, per continuare a fare la Colletta. Ad aspettarci c'è Mario che con quattro cestelli della spesa pieni, ci dice che vuole contribuire, a nome di tutti i dipendenti di quel negozio, all'iniziativa della Colletta.

Il miracolo continua, e questo rende me e Giovanni invincibili di fronte al freddo, o di fronte a coloro che ci dicono che l'hanno «fatta ieri», che «sono di fretta», o non vogliono contribuire perché «non si sa dove va a finire il cibo donato». Ed è proprio il signor Sirio che, diffidente dell'iniziativa, comincia a parlarci e ci offre il cappuccio in un bar accanto, affermando che quel pacco di pasta l'aveva donato per noi «coraggiosi, al freddo».

Io e Giovanni non ci credevamo: stava Accadendo, era evidente! Eravamo riusciti, dopo sette o otto ore lì, a comunicare a qualcuno qualcosa di bello che avevamo visto: il perché davvero valeva la pena vivere.

Cominciamo a conoscere un po' tutti in quel piccolo paesino, ed ognuno contribuisce con quello che può. Terminato anche il turno pomeridiano, il signor Mario ci ringrazia per quello che avevamo fatto vedere in quelle ore insieme e, dopo aver scattato una foto con suo padre e un'altra simpatica dipendente, lo salutiamo stanchi ma coscienti di aver davvero assistito ad un grande miracolo in un piccolo paese della Brianza.

Luca e Giovanni, Milano