Banco Farmaceutico 2014.

«La mia Giornata in farmacia»

Anche quest'anno, la raccolta di medicinali ha mostrato la generosità degli italiani. Sebbene in tempo di crisi. Volti, sguardi, piccoli gesti. Come racconta Maddalena: «Ma questa volta è stato diverso»
Francesco Graffagnino

«La Giornata di Raccolta è un esempio virtuoso di come si possa dare una risposta concreta a una nuova povertà, quella sanitaria, che sempre più colpisce famiglie italiane ed anziani soli». Queste le parole di Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, a conclusione della XIV Giornata del Farmaco dell’8 febbraio. I protagonisti: 3.561 farmacie (circa 200 in più rispetto all’anno scorso) da nord a sud della penisola, 14.000 volontari e un totale di 350.000 confezioni di farmaci donati. Numeri che parlano da soli e raccontano di una grande e inaspettata generosità degli italiani anche in tempi di “vacche magre”. Come commenta ancora il presidente della Fondazione: «Sabato scorso abbiamo assistito a un vero miracolo della solidarietà e ancora una volta il cuore degli italiani si è dimostrato grande».
Ma dietro i numeri che vengono snocciolati uno a uno dopo sabato, ci sono i volti dei volontari e dei clienti. Storie e incontri tutti diversi. Una giornata ricca di gesti semplici che nascondono un’umanità diversa, più bella. Come racconta Maddalena, farmacista di Torino.

La farmacia era “vestita” da Banco Farmaceutico: volantini ovunque, anche nelle cassette dei condomini, scatole di farmaci generici ordinati in abbondanza, video… Come per le scorse edizioni.
Ma quest’anno è stato diverso: questa volta ho toccato con le mie mani, ho visto con i miei occhi le persone, le facce, gli sguardi della “povertà sanitaria”. Questi sguardi mi hanno accompagnata nelle ore di lavoro in farmacia.
Qualche giorno prima di sabato, appendendo una locandina del Banco in bacheca, mi si avvicina una cliente che non vedevo da mesi. Questa signora ha perso la figlia di appena 37 anni in autunno, a causa di un tumore. In quel periodo la vedevamo spesso come cliente e a volte si fermava per uno sfogo e magari per un abbraccio. Questa volta mi ha parlato di sua nipote e di sé, sentiva molto la solitudine. Le ho proposto di venire a fare la volontaria al Banco e lei ha accettato. Stamattina è arrivata puntuale, non conosceva il Banco Farmaceutico e nemmeno le persone che l’hanno accolta. Durante la mattinata i suoi occhi brillavano, come quelli di una mamma iraniana che recentemente aveva ricevuto dal Banco della tachipirina per il suo bambino.
A fine turno la signora ha lasciato scritto sul foglio dei volontari: «È una cosa bellissima!». Poi uscendo mi ha chiesto di chiamarla ancora e mi ha ringraziata per averle regalato quelle ore. Ci siamo abbracciate.
Un altro momento particolare è stato servire un ragazzo che abitualmente compra siringhe e acqua distillata. Anche oggi, stessa spesa. Gli chiedo se vuole contribuire alla Giornata, lui mi guarda con quegli occhi così fragili, mi dice: «Mi piacerebbe far soffrire di meno uno che sta male». Poi conta le monetine, mi racconta che lui vive con una ragazza e che i soldi non sono suoi. Mentre si volta per andare via, dà ancora un’occhiata ai volontari, torna, compra un medicinale e mi dice: «La mia ragazza mi vuol bene, capirà».

www.bancofarmaceutico.org