Alcune volontarie della seconda edizione della <br>Colletta del libro.

I granai dello spirito

Da anni la biblioteca del carcere non aveva più fondi. Da qui l'idea di una Colletta del libro. Tra i volontari, dieci ex detenuti. E chi l'anno scorso era un po' spaventato, a questa edizione ha portato tutta la famiglia
Piergiorgio Greco

Difficile prevedere se, come recita il motto dell'iniziativa, donare romanzi e racconti a chi vive nel disagio sarà «un’opportunità di rinascita e di crescita». Perché, se è vero, come dice la scrittrice Marguerite Yourcenar, che «costruire biblioteche è come edificare granai contro l'inverno dello spirito», sarà solo il trascorrere delle stagioni a dare una risposta compiuta. Un fatto è comunque certo: il cantiere di questi granai cambia già oggi i muratori che vi lavorano.

È quello che raccontano i volti e le voci dei settantasei volontari che sabato 3 maggio 2014 hanno partecipato a Pescara alla seconda edizione della Colletta del libro, iniziativa promossa dall'associazione di volontariato Stella del Mare, impegnata nell'accoglienza e organizzazione di attività per minori, insieme alla Caritas Diocesana Pescara-Penne e alla Casa Circondariale di Pescara, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato, e il patrocinio di Comune e Provincia. Nelle sette librerie della città e dintorni che hanno aderito, per il secondo anno consecutivo è andata in onda una festa della carità in favore dei detenuti del carcere e di strutture di accoglienza del capoluogo adriatico, cui saranno destinati i libri di vario genere - in prevalenza romanzi, racconti e novelle, per adulti e ragazzi, rigorosamente nuovi - che i clienti hanno acquistato e donato.

Tanti i volontari che con entusiasmo e passione hanno partecipato all'iniziativa: ragazzi, anziani, genitori. Ma non solo: tra loro, anche dieci detenuti in permesso ex art. 21, coinvolti in un'iniziativa pensata proprio per educare al senso della gratuità e al valore della lettura nella crescita della persona, specie se questa sta facendo un percorso di rinascita.

Un po' come la Colletta alimentare di fine novembre, l'iniziativa nelle librerie è stata un'occasione di stupore e di amicizia. Così, è stato commovente vedere all'opera quel detenuto che usciva dal carcere per la prima volta dopo cinque anni: probabilmente il più entusiasta di tutti, attento ai particolari, accogliente con i clienti, instancabile per tutta la giornata, collaborativo con gli altri volontari «in particolare con il piccolo di sei anni che abbiamo in affido, guardandolo e accudendolo come se fosse suo figlio» racconta Mariella Paolone, presidente dell'associazione Stella del Mare, che aggiunge: «Alla fine della giornata tutti i detenuti ci hanno ringraziato perché dentro il carcere stanno facendo un lavoro e un cammino e sentono il bisogno di riscattarsi, di essere utili a qualcuno, con la voglia di riparare al male fatto».

Tra i volontari, anche un'intera famiglia: moglie, marito e figlio. Motivati e impegnati, hanno accolto decine di clienti, spiegando le ragioni della Colletta del libro. «E pensare - aggiunge Mariella - che l’anno scorso quella signora era spaventata all’idea di dover fare un turno con alcuni detenuti, chiedendo in continuazione se ci fossero anche altri volontari, o le guardie e via dicendo. Poi si è sciolta, li ha conosciuti, e quest’anno è ritornata senza problemi portando con sé marito e figlio». La realtà stupisce. E coinvolge, inevitabilmente. La gente semplice ha accettato con entusiasmo l’iniziativa, entrando nelle librerie per donare un libro. All’uscita molti ringraziavano, altri si giustificavano perché avevano potuto spendere poco.

Anche un candidato sindaco (a Pescara si vota) incontrato per caso ha donato un volume su cui ha voluto mettere una dedica, sapendo che era destinato ai detenuti. Anche il personale delle librerie è stato particolarmente gentile e disponibile, e non solo perché poteva guadagnare da un'iniziativa del genere. I dipendenti erano contenti perché la Colletta si imponeva come una cosa bella e nuova, perché avevano potuto fare la loro parte e perché qualcosa di diverso si muove. Diverso dallo sfascio e dalla lamentela quotidiana.

Alla fine, anche il risultato è stato incoraggiante: nel corso della giornata sono stati trecento i libri donati, per un valore complessivo di quasi 3mila euro. Nei prossimi giorni, i volumi saranno distribuiti al carcere di Pescara, al centro di aiuto allo studio gestito dall'associazione Stella del Mare, e la casa famiglia della Caritas.

Ma come nasce l'idea di una Colletta del libro? Racconta Mariella: «Due anni fa, mio marito Massimo, parlando col direttore del carcere dove svolge attività di volontariato, scopre che da anni la biblioteca non acquista più libri per mancanza di fondi. Ne parliamo e, così, pensiamo proprio ad una colletta. Seguendo l’esperienza della Colletta alimentare, alcuni volontari all’ingresso delle librerie aderenti chiedono di acquistare un libro da donare ai detenuti e ai minori in case famiglia». Nasce anche un logo che identifica l'evento: «Sì, quel logo dice che, leggendo libri, si superano barriere, ci si eleva, si cresce, e si accede a panorami diversi. La prospettiva dello sguardo cambia, si respira libertà anche se in situazioni di isolamento». Anche il sottotitolo dell'iniziativa "Regala un libro, doni vita", dice a cosa serve la Colletta: «Regalare a detenuti e minori svantaggiati piccoli segni di speranza, come possono essere i libri».

Da un punto di vista organizzativo, il coinvolgimento dei volontari è stata la cosa più impegnativa. Continua Mariella: «Fino al giorno prima non avevamo ancora tutti i turni coperti. Ma non eravamo in ansia, certi che, quando lo scopo è buono, la Provvidenza viene sempre in aiuto. E così è stato: tutto si è risolto positivamente, con tanti volontari addirittura inaspettati, portati da amici all’ultimo momento. Così, si sono coinvolti in settantasei, compresi i detenuti. Non sono pochi per una realtà come la nostra che non ha alle spalle una grande organizzazione e non può nemmeno mettere in campo campagne pubblicitarie. Ora possiamo dire di aver imparato la verità della frase tratta dal Senso della caritativa e proposta a tutti: “Interessarci degli altri, comunicarci agli altri, ci fa compiere il supremo, anzi unico, dovere della vita, che è realizzare noi stessi, compiere noi stessi”. Per tutto questo, grazie di cuore ai volontari e ai detenuti, ai responsabili e al personale delle librerie, al direttore della casa circondariale di Pescara, Franco Pettinelli, e agli enti che hanno condiviso con noi questa esperienza. Certamente troveremo le energie per ripeterla anche perché finora ne è valsa la pena: ci abbiamo guadagnato in umanità, in relazioni. E, soprattutto, in uno sguardo cambiato sulla realtà».