Giochi all'asilo Dora Ribeiro (© Arigossi).

BRASILE La speranza tra le macerie viene dalle favelas

Dora Ribeiro è un asilo di Belo Horizonte che ha iniziato una raccolta fondi per le famiglie abruzzesi. Una carità "a rovescio", nata da un'amicizia che guarda la vita in maniera positiva
Alessandra Stoppa

Gli aiuti ai terremotati dell’Abruzzo arrivano anche da un asilo del Brasile. Là chiamano gli italiani compadres e comadres, come si usa fare con i padrini e le madrine del battesimo dei figli. Eppure non li hanno mai visti. Alla “Dora Ribeiro”, un asilo che grazie all’aiuto di Avsi accoglie i bambini dei quartieri marginali di Belo Horizonte, le famiglie arrivano in classe tutte le mattine chiedendo notizie della gente colpita dal sisma in Abruzzo. Vogliono sapere come stanno quei compadres così cari e sconosciuti. Lì ogni bambino è adottato a distanza dall’Italia e la notizia del terremoto ha segnato tutti. «Genitori e figli avevano paura che fossero coinvolte le persone che li aiutano a vivere con il sostegno a distanza», racconta Fernanda, tra le responsabili della scuola: «Per loro l’Italia è un tutt’uno. Così ci siamo informati. Hanno saputo che tutti coloro che conoscono personalmente sono salvi, ma hanno continuato a chiedere lo stesso e hanno voluto condividere con la gente de L’Aquila questa prova».
Da allora, infatti, si riuniscono, grandi e piccoli, a pregare per tutte le persone che sono state colpite dal terremoto. Insieme ai dipendenti dell’asilo, alle maestre e ai genitori, i bambini hanno iniziato a disegnare e confezionare dei biglietti d’auguri per venderli e raccogliere i fondi da destinare agli amici italiani. Oltre al ricavo della vendita, ciascuno ha voluto dare un po’ dei propri soldi, spontaneamente. All'ingresso della scuola, c'è una scatola per le offerte. Sopra, un cartello: «È venuto il momento di aiutare chi aiuta noi». Le famiglie hanno anche scritto ai terremotati: «La tristezza che questa notizia ha portato è stata vissuta da tutti. Quando ci confrontiamo con situazioni come questa, ci commuoviamo sempre, ma il terremoto in particolare ci ha fatto capire con più chiarezza che l’Italia per noi ha un volto, un nome: i volti e i nomi di tutti voi, nostri cari amici».
Quello che succede in Italia «è come se accadesse a loro», continua Fernanda. Lei segue la “Dora Ribeiro” e gli altri quattro centri che fanno parte delle Obras Educativas Padre Giussani, le opere educative fondate da Rosetta Brambilla, di cui Fernanda è il braccio destro. Alla "Dora Ribeiro" vede che «questa gente è già così affezionata e grata di quel che riceve che, pur avendo poco, è capace di offrire per chi in questo momento ha bisogno». Rosetta segue, insieme a volontari e dipendenti, non solo i bambini, ma anche i genitori: li vanno a trovare a casa e li invitano nei centri, cercando di costruire un’amicizia che sia un punto di riferimento per la vita. Come racconta Rosetta: «La mia preoccupazione principale non è mai stata quella di risolvere il problema delle persone. Desidero per ognuna di loro che, attraverso l'amicizia con me, possano cominciare a guardare la realtà in maniera positiva».