Buone ragioni per la vita in comune

Dal 3 al 6 aprile ci sarà l'XI edizione della kermesse spagnola. Presso la Casa de Campo di Madrid. Dal fatto che «l'altro è sempre un bene», molte le sfide in una società sempre più divisa. Ma che chiede di vivere una «vita buona nella città comune»

L’evoluzione di EncuentroMadrid rivela una profonda simpatia per tutto ciò che è autenticamente umano. In questi anni abbiamo cercato di raccontare pubblicamente la nostra esperienza cristiana in dialogo con tutti, e abbiamo verificato la grande ricchezza che scaturisce dal lasciarsi interpellare da chi vive esperienze diverse dalla nostra, condividere le sue domande e accogliere le sue ragioni.

Il Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Julián Carrón, ha scritto recentemente che «l’altro è sempre un bene». È una affermazione affatto ingenua, ma piuttosto scandalosa per una cultura la cui generica tolleranza nasconde spesso fratture insanabili e un profondo disinteresse per il destino di chi è diverso. In questo senso è molto pregnante l’invito di papa Francesco a costruire una vera “cultura dell’incontro”, un orizzonte nel quale desideriamo collocarci cordialmente. D’altro canto la fede cristiana non è qualcosa che noi possediamo e controlliamo, è sempre in cammino e può maturare solamente man mano che dialoga con la ricerca di tutto l’uomo.

Il cardinale Angelo Scola, uno degli invitati dell’edizione di EncuentroMadrid 2014, dedica la sua riflessione alla positività rappresentata dal fatto che diversi soggetti culturali e religiosi vivano assieme, contribuendo, attraverso la testimonianza reciproca della propria esperienza, alla «vita buona nella città comune», come scrive egli stesso. Questo tema ci interpella in due modi: come spagnoli, perché la nostra società è profondamente divisa, e ha perduto in buona misura quella cultura della riconciliazione e della costruzione comune che ha costituito la trama del processo di transizione alla democrazia; e come cristiani che vivono in Spagna, perché è necessario superare definitivamente l’incomprensione e il risentimento tra il mondo cattolico e la cultura agnostica di segno diverso.

In questo senso la questione della libertà religiosa legata alla definizione di una nuova laicità, aperta e positiva, riveste una importanza straordinaria che ci auguriamo di veder riflessa in questa edizione di EncuentroMadrid. Non intendiamo la libertà religiosa come una “rivendicazione di parte”, ma come la chiave di una vita in comune nella quale ciascuno possa completare il percorso delle sue domande e dei suoi desideri più profondi in dialogo con gli altri, senza prescindere dalla propria identità in ambito pubblico.

Gli scambi di lettere tra papa Francesco e il fondatore del quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari e tra il papa emerito Benedetto XVI e il matematico ateo Piergiorgio Odifreddi segnano la rotta che desideriamo seguire. Francesco invitava Scalfari a «percorrere un tratto di strada insieme». È ciò che EncuentroMadrid ha cercato di fare attraverso approssimazioni successive, che possiamo definire ingenue e audaci al tempo stesso, che ci hanno condotto a riconoscere come amici tanti uomini e donne lontani dalla nostra tradizione cristiana, ma desiderosi di trovare il significato della vita.

Auspichiamo che questa edizione di EncuentroMadrid possa contribuire a chiarire le ragioni che rendono buono e desiderabile il vivere comune, e la forma nella quale la nostra esperienza cristiana può contribuire alla «vita buona nella città comune».

EncuentroMadrid 2014

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