La Camera dei Deputati.

La famiglia torna in Parlamento

A Montecitorio, dopo un intervento del cardinal Bertone, si sono incontrati deputati e associazioni familiari. Tra dati dell'Istat, Isee e Delega fiscale, emerge che oggi c'è «una sussidiarietà al contrario». E che il problema è di «natura culturale»
Paola Ronconi

Che sia il maggior ammortizzatore sociale in questi tempi bui, lo dichiarano in molti. Ma non è più l’ora di proporre sconti e misure più o meno consistenti a suo favore; è tempo invece che la famiglia sia indicata e trattata come fattore determinante per la ripresa del Paese.
Questo il punto chiave del Convegno “Famiglia, fattore per la crescita”, promosso dalla Presidenza della Camera dei Deputati e dall’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà a Montecitorio
. Punto chiave, certo, ma, ancor di più, punto di partenza.
La giornata si è svolta in due momenti: durante il seminario, gli oltre 35 parlamentari intervenuti hanno posto sul piatto proposte operative e aspetti strutturali. Presenti oltre 30 associazioni familiari. A seguire, la Sala della Lupa ha ospitato il convegno dove sono intervenuti il cardinale Tarcisio Bertone, l’onorevole Maurizio Lupi, il senatore Vannino Chiti, l’onorevole Rocco Buttiglione e il professor Luigi Campiglio.

Famiglia come istituto antecedente lo Stato, luogo in cui nasce la vita umana, primo riferimento per l’educazione della persona; e poi sacralità della vita e centralità dei diritti del minore: questi, in apertura dei lavori, i temi sottolineati dal segretario di Stato cardinale Bertone che ha definito la famiglia come un «bene non a disposizione della nostra volontà tanto da essere de-strutturato o addirittura manipolato, secondo le sensibilità del momento».
«Si può affrontare il tema “famiglia” da migliaia di punti di vista», ci dice Emmanuele Forlani, coordinatore della segreteria dell’Intergruppo. «Noi abbiamo deciso di partire dai dati, come quelli poco rassicuranti dell’Istat che ci mostrano un nesso tra la situazione economica e di stabilità delle famiglie e lo sviluppo economico. Ragioniamo, allora, sull’impostazione del rapporto tra fisco e contribuente e inseriamo il terzo fattore, la famiglia».

I due punti operativi su cui si è maggiormente discusso sono stati Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente, quello da calcolare, per intenderci, per definire la fascia di pagamento per l’asilo) e Delega fiscale.
«Da parte di tanti c’è la convinzione che l’Isee in quanto metro, sia imparziale, ma se il metro non è impostato bene... Se vivo da single in una casa da 100 mq non è uguale se ci vivo con moglie e tre figli. La casa è la stessa ma la situazione è molto diversa. È un esempio banale, ma fa capire che i misuratori sono da rivedere». Allora, nel calcolo, la presenza di figli o di persone disabili nel nucleo familiare sono fattori fondamentali. A questo proposito il Governo, tramite il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra, presenterà un’ipotesi entro la fine di maggio.
Per quanto riguarda la delega fiscale, anche qui «la partita si gioca sulla definizione dei criteri, prima che nella individuazione di misure a sostegno». Intanto una proposta, da parte del professor Campiglio: portare da 100.000 a 200.000 euro la tutela della garanzia dei depositi «che aiuterebbe a riprendere fiducia, decisiva in questo momento, in cui la capacità di spesa reale e la propensione al risparmio sono drasticamente calate».

«La politica è spesso considerata imparziale», continua Forlani. «Ma come ha sottolineato l’onorevole Gabriele Toccafondi, che sia tecnica o politica pura in realtà è scelta, occorre il coraggio di dare priorità. Quante volte nelle discussioni per difendere il bene comune si abdica nel prendere decisioni». E oggi la priorità è la famiglia, anche perché, come ha sottolineato l’onorevole Matteo Colaninno, quando parli di padre, nella maggioranza dei casi parli anche di un piccolo imprenditore o artigiano. «In un sistema come il nostro in cui il 90% è composto da piccole imprese non puoi non pensare che aiutando l’uno aiuti l’altro».
È evidente che «il punto da vincere è ancora di natura culturale», continua Forlani, se, come è emerso, si osserva oggi «una sussidiarietà al contrario, in cui sono i nuclei familiari a sostenere lo Stato». Ma in un momento di aspro dibattito come quello attuale, che componenti di diverso colore politico si siano trovati sulla stessa linea d’onda è sicuramente di buon auspicio.