La presentazione del Meeting all'ambasciata di Beirut.

Uomini veri, la strada per il dialogo

In un Paese dove «la prima cosa che ti chiedono è "con chi stai?"», Ibrahim Shamseddine, ex ministro, e Ivan Caracalla, direttore di una famosa compagnia teatrale, raccontano perché a Rimini ci saranno. L'unico posto in cui «la diversità mette insieme»
Matteo Lessi

«Le cose buone hanno bisogno di tempo», si lascia scappare Ibrahim Shamseddine, durante la presentazione del Meeting in Libano presso l’Ambasciata italiana a Beirut. Si riferisce alla strada del dialogo tra i popoli, ma vale anche per il rapporto tra il Meeting e Libano che, dopo qualche episodio negli anni trascorsi, quest’anno vive in tutta la sua ricchezza, attraverso la presenza dello stesso Shamseddine al Meeting il prossimo agosto e, naturalmente, allo spettacolo inaugurale con la compagnia Caracalla Dance Theatre.

Da questa concomitanza di eventi nasce la presentazione, ma anche dall’idea avuta dall’ambasciatore italiano Giuseppe Morabito, che ha riunito oltre un centinaio di persone ad ascoltare gli interventi di Emilia Guarnieri, di Ivan Caracalla, direttore del Caracalla Dance Teahtre, di Shamseddine, musulmano sciita, già Ministro del Governo libanese, e di Mohamedd Sammak, musulmano sunnita e Segretario Generale del Comitato nazionale del dialogo islamico-cristiano in Libano. «Il Meeting è un evento che testimonia e che rappresenta grandi valori: il dialogo tra diverse culture e religioni è possibile soltanto a partire dal riconoscimento, dal rispetto dell’identità dell’altro», afferma l’ambasciatore, introducendo gli interventi. Nella sala dell’ambasciata c’è il mondo accademico, gli amici di Avsi, giornali, come L'Orient Le Jour, la tv nazionale libanese e Telelumiére, prima ed unica emittente cattolica televisiva e satellitare in Medio Oriente. E inoltre numerosi componenti della compagnia Caracalla Dance Theatre, curiosi di capire meglio cos’è il Meeting, dove arriveranno questa estate.

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