Il monastero di Santa Tecla a Maalula.

L'attacco alle croci di Maalula

Mercoledì scorso i primi bombardamenti nel villaggio cristiano vicino a Damasco. Poi, il saccheggio delle chiese, e stanotte nuovi colpi di mortaio. Cresce il rischio per gli abitanti, che ora chiedono del loro futuro al Congresso americano
Anna Minghetti

Maalula è una cittadella a una cinquantina di chilometri a nord di Damasco. È sospesa sul fianco della montagna, e ad essere sospeso qui sembra anche lo scorrere del tempo. Un villaggio a maggioranza cristiana con duemila abitanti, uno degli ultimi in cui si parla ancora l’aramaico: la loro lingua suona in modo quasi identico a quella che Gesù usava nel rivolgersi a sua madre e ai suoi discepoli.

Mercoledì 4 settembre alcuni estremisti, guidati dal gruppo Jahbat al-Nusra, legato ad Al Qaeda, con un attacco suicida sono riusciti a far saltare il checkpoint dell’esercito siriano e ad entrare a Maalula. Le immagini di alcuni filmati mostrano l’esultanza dei ribelli per aver ripulito «la città dai cani di Bashar al Assad» e la volontà di «conquistare la capitale dei crociati in Siria».

La giornata di ieri aveva visto poi la ritirata degli assalitori in un albergo sulla montagna che domina la città dall’alto. Quest’oggi, però, la situazione sembra essersi fatta di nuovo tragica, come racconta a Rainews24 Gian Micalessin, reporter di guerra, che in questo momento si trova proprio nel villaggio di fronte a Maalula.

Questa notte sono cadute bombe di mortaio e i ribelli minacciano di tornare a conquistare il villaggio e di uccidere tutti, perché, dicono, tutti sono dalla parte del Governo. Chi è riuscito a mettersi in contatto telefonico con alcuni degli abitanti racconta di molti feriti e che tra la gente domina la paura. Donne, anziani e bambini avrebbero già cominciato a lasciare il villaggio in direzione Damasco, mentre i giovani si preparano all’ultima difesa nel caso di una nuova incursione dei gruppi armati.

Nei giorni scorsi le chiese sono state saccheggiate, così come sono stati oggetto di attacco da parte dei ribelli due dei luoghi più importanti di Maalula, i monasteri di San Sergio e Bacco e di Santa Tecla, entrambi dedicati a due santi perseguitati nei primi secoli a causa della propria conversione al cristianesimo. E che oggi sembrano essere ritornati così attuali a Maalula, dove non è più solo la lingua ad essere la stessa di centinaia di anni fa, ma anche il rischio per tanti cristiani.

Ieri gli abitanti di Maalula hanno scritto una lettera al Congresso americano denunciando gli attacchi e i saccheggi subiti dai ribelli, atti che farebbero parte di un piano globale che avrebbe lo scopo di cacciare i cristiani dalle loro terre. Nell’appello si domandano, inoltre, quale potrebbe essere la loro sorte nel momento in cui il governo siriano non fosse più forte come ora, una volta che la Siria venisse bombardata dall’esercito americano, concludendo che quello che attende i cristiani di questo Paese, nel caso della presa del potere di simili organizzazioni, si prospetta terrificante.