Alex Sigov in Piazza Maidan.

Lettera a un'amica russa

Alex Sigov, studente ucraino, scrive alla professoressa moscovita Tat'jana Kasatkina. Il vero spirito di Piazza Maidan, i pregiudizi e la disinformazione. «Scoppiasse anche la guerra resterò sempre il vostro amico di Kiev»

Cara Tat'jana,
in questi giorni mi pareva non ci fosse particolare necessità di spiegare in che modo io veda la situazione. Come Lei sa, io non sono un politico, non sono un militare e neanche un giornalista. Ma sono un cittadino di Kiev, che ama moltissimo la sua città e il suo paese. Li amo a tal punto da sentirmi a mio agio, certo e sereno in qualsiasi altra città del mondo. Mi ha proposto di condividere con Lei i miei pensieri, e lo faccio con gioia. Perché certe lettere è più desiderabile scriverle a un Amico che non per l’onnivoro internet.

Io sono stanco. Sono stanco di pensare continuamente alla politica. Stanco di sentirmi ostaggio di questo fiume di informazioni inarrestabile che occorre sempre passare al setaccio per potervi trovare un briciolo di verità. Ma io sono fermamente convinto di una cosa: se dovessi lasciarmi andare proprio ora, mi sentirei stanco per il resto della vita. E questo non rientra assolutamente nei miei piani! Perciò l’unica via di uscita è combattere la stanchezza, fare qualcosa. Mi stupisce quante centinaia di altre persone intorno a me facciano lo stesso: è una reazione a catena. Ma ora non stiamo parlando di questo. Stiamo parlando dell’Ucraina e della Russia. E, Dio lo voglia, della verità.

Cosa sta succedendo qui da noi?

1. L’annullamento della legge sulle lingue. Il Parlamento per ottenere il consenso del Maidan ha preso una decisione puramente populista: annullare la legge sulle lingue, dal momento che il Maidan è per la maggior parte composto da parlanti ucraini. Qual è stata la reazione del Maidan? La maggioranza ha pensato fossero tutti impazziti: che c’entra ora questa legge, quando la nostra richiesta era quella di avviare un processo per punire le decine di persone uccise e in aggiunta che c’entra una legge che fa insorgere l’Ucraina orientale? Comunque la legge sulle lingue non è stata annullata, perché Turchinov, facente le veci del presidente, si è rifiutato di firmare il decreto.

2. Il Settore di destra (cioè il male assoluto). Il leader del Settore di destra, Dmitrij Jarosh, ha incontrato nei giorni scorsi il console di Israele per assicurargli che l’antisemitismo è una cosa per loro inaccettabile.
Io non dico che il Settore di destra non sia di destra, dico solo che è assolutamente gestibile.

3. Baderovcy\ fascisti\nazisti\estremisti. Ammettiamo pure che esistano e che siano già arrivati a Kiev, dove uno su due (se non di più) ha un cognome russo, ebreo, polacco, tedesco o un altro ancora. Come hanno fatto? Sono arrivati zitti zitti e hanno persuaso tutti i quattro milioni di abitanti di Kiev? O forse i russi credono ancora che Kiev non abbia sostenuto il Maidan; e che i giornalisti occidentali siano stati tutti comprati per non dire al mondo la verità? So per esperienza, infatti, che i francesi e i tedeschi sono sempre più veloci dei russi a reagire alla retorica radicale di destra. Eppure adesso tacciono.

4. La propaganda russa. È difficile spiegare come ci si senta quando ogni giorno tutti noi (ed io in particolare) veniamo travolti da tonnellate di malcelate bugie e provocazioni da parte del Cremlino. Alcuni esempi: A) la televisione russa fa vedere uno sciame di macchine in fuga al confine Russia-Ucraina (e in realtà si tratta del confine con la Polonia); B) un abitante della Crimea parla di continue minacce (e in realtà si scopre che hanno pagato un attore professionista per l’intervista); C) le donne che piangono a Sebastopoli dicendo di essere arrivate da un’Odessa “impestata” (e in realtà quelle stesse donne erano a Kharkov il giorno prima); D) l’eroe di Kharkov che ha issato la bandiera russa (e in realtà è un provocatore arrivato direttamente da Mosca). E altro ancora.

5. La rimozione di Lenin. Io non amo Lenin e sono felice che non ci sia più a Kiev, in piazza Bessarabskaja. Ma capisco che togliere ora i monumenti di Lenin e addirittura distruggerli, vorrebbe dire in questo momento spaventare a morte molte persone. Alla fin fine, ogni città ha il diritto di decidere a chi e dove erigere i monumenti nelle proprie strade. Ma è poi così lineare il sillogismo: abbiamo rotto Lenin = adesso ci ammazzerano tutti? Ma cos’è questo panico?! I monumenti di Lenin li hanno tolti non dei misteriosi fascisti, ma gente che odia il comunismo e di questa gente ce n’è in ogni regione dell’Ucraina.

6. Io non nego che ci siano persone di destra in Ucraina. Tanto meno nego che a Kharkov, Sebastopoli, Doneck e in altre città migliaia di persone abbiano partecipato ai meeting pro-Russia. Questa è la nostra realtà ucraina. A noi tocca trovare delle strade per la rappacificazione, per il rispetto e la comprensione reciproci. Tocca a noi con questo vivere.

E non capisco chi voglia farci la guerra. Lei certamente no, così come non lo vogliono tutti gli altri miei amici russi. Non lo vogliono tutte quelle persone che in Russia sono scese coraggiosamente in piazza a protestare. Difficilmente, poi, andranno a combattere quelli che li hanno vilmente etichettati. Quelli che per intere giornate incitano alla guerra su internet, partiranno per ultimi. Ed io, se sarà necessario, andrò a difendere l’Ucraina. E mi sono già arruolato volontario. Io che non voglio. Io che sarò sempre il vostro amico di Kiev.

Aleksej Sigov, Kiev