La locandina del prossimo Meeting.<br>

Alle periferie dell'esistenza, basta il potere del cuore?

A Roma la presentazione della kermesse riminese. Quattordici mostre, oltre cento convegni, testimonianze e spettacoli. Il fil rouge? Il desiderio di uscire e andare incontro agli altri. Su una strada precisa: quella indicata da papa Francesco
Linda Stroppa

La Siria e l'Ucraina. L'Egitto e la Nigeria. Poi, l'Europa. Per capire il filo rosso che percorre il Meeting di quest'anno si parte dalla cronaca: dai cristiani uccisi, dai migranti disperati, dai giovani senza lavoro. Da una realtà che ha i tratti della violenza e della guerra, della povertà umana e della crisi economica. Si comincia da qui per scoprire la portata di questa edizione riminese dal titolo: "Verso le periferie del mondo e dell'esistenza. Il destino non ha lasciato solo l'uomo", che avrà inizio il 24 agosto. «Al Meeting incontreremo degli uomini che ci mostreranno un modo nuovo di rispondere alle sfide che ci troviamo ad affrontare», ha spiegato Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. «Perché il tema cruciale del cambiamento della storia è il cuore dell’uomo, non il potere».

Presentato per la prima volta ieri sera, nella Sala del Tempio di Adriano a Roma, il programma è fitto di appuntamenti. Quattordici mostre, oltre cento convegni, testimonianze e spettacoli che hanno come comune denominatore il desiderio di uscire e andare incontro agli altri, che «sono sempre un bene, un misterioso dato da cui lasciarsi provocare», come si legge nel comunicato ufficiale. Le alternative sono sempre due, ha spiegato monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu: «O accogliamo l'altro come dono, oppure, considerandolo una minaccia, costruiremo il nostro muro. Ma la storia ci insegna che i muri non reggono. Solo se partiamo dal fatto che l'altro è un'occasione di bene per noi, potremo intraprendere una nuova via».

La strada è quella indicata da papa Francesco durante il suo viaggio in Terra Santa, quella che il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, ha definito il «potere del cuore», ovvero «amare e vedere nell’altro veramente un fratello». Sulla scia di quanto è accaduto l'8 giugno, in Vaticano, con lo storico incontro di preghiera tra il Papa, il presidente israeliano Shimon Peres e il palestinese Mahmoud Abbas, ad aprire il Meeting sarà padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terrasanta e protagonista di quella giornata. Con Monica Maggioni, direttore di RaiNews24, affronterà lo scenario di violenza e di guerra del mondo che soffre e il ruolo del dialogo interreligioso nei processi di pace.

A paragonarsi con il titolo della XXXV edizione, insieme al presidente del Meeting Emilia Guarnieri, sarà invece Aleksandr Filonenko, docente di Filosofia all'Università di Char'kov, in Ucraina, che aiuterà a fare luce anche sui grandi cambiamenti che quest'anno hanno segnato il suo Paese a partire dalle proteste di piazza Maidan a Kiev. Tra gli appuntamenti principali: un focus sulla Siria, con una mostra e diversi incontri a cura di Giorgio Buccellati, professore emerito di Archeologia del Vicino Oriente all'Università della California; approfondimenti sulla situazione internazionale e sul problema dell'immigrazione, che vedranno l'intervento di monsignor Tomasi insieme al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Giuseppe De Giorgi; e poi ancora testimonianze e racconti dal Brasile, dall'Etiopia e dal Kenya. «Storie che dimostrano che il cuore dell'uomo cambia quando trova qualcosa per cui cambiare», spiega Emilia Guarnieri.

«Le periferie, però, non sono solo quelle fisiche e geografiche, ma anche antropologiche, che interrogano la questione educativa», ha sottolineato durante l'incontro di presentazione il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. «Trovo bellissimo il tema di questo Meeting. Un invito anche per il mondo della scuola, a collegare il centro con le zone più lontane e formare una generazione di maestri in grado di parlare ai propri allievi».
La Giannini non sarà il solo ministro presente a Rimini. Insieme a lei parteciperanno, fra gli altri, anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e quello dello Sviluppo economico, Federica Guidi. «Ci sarà l'occasione per parlare di lavoro, riforme, occupazione», ha confermato il presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz. Sul tema, non mancheranno interlocutori di rilievo: imprenditori, politici, e rappresentanti delle istituzioni.

Sfogliando il calendario degli appuntamenti, si ritrovano i nomi di amici di lunga data: il professore egiziano Wael Farouq, il giornalista irlandese John Waters, il giurista ebreo Joseph Weiler e il monaco buddista Shodo Habukawa. Ma anche volti nuovi, come monsignor Javier Echevarrìa, prelato dell'Opus Dei. Scienziati e filosofi, economisti, intellettuali e artisti da tutto il mondo.

C'è una domanda a cui tutti dovranno rispondere. L'ha spiegato Emilia Guarnieri: «Davanti alle periferie dell'esistenza, basta davvero il potere del cuore? Siamo convinti che l'uomo sia una risorsa adeguata per affrontare tutto quello che stiamo vivendo? La storia millenaria dell'uomo risponde di sì. Anche la più piccola storia del Meeting ce lo dimostra. Gli spettacoli e le mostre che vedremo a Rimini vogliono essere un aiuto ad approfondire questa certezza. Per documentare con l'esperienza che il problema del senso della vita non è una questione per poeti, ma riguarda tutti. Perché «tu non ci crederai», ha concluso Guarnieri citando un celebre passaggio del film La strada di Fellini (a cui è dedicato lo spettacolo inaugurale, ndr), «ma tutto quello che c'è a questo mondo serve a qualcosa».