Paolo Massobrio e Marco Gatti

«Expo? Può essere ancora una bella occasione»

L'appuntamento è ormai alle porte. Ma cosa ci sarà dentro la grande kermesse sull'alimentazione? A sei mesi dal via (e alla vigilia del "piccolo assaggio" di Golosaria) risponde Paolo Massobrio
Riccardo Silva

Sei mesi scarsi e se ne parla da anni. Ma ora che Expo 2015 si avvicina davvero, e i giornali si riempiono di numeri sulle stime dei visitatori e sui possibili giri d’affari, a chi pensa all’evento che metterà Milano al centro del mondo resta un dubbio: di cosa si parlerà davvero durante i 184 giorni di apertura dei padiglioni? Come si approfondirà il tema, dal titolo interessantissimo e tutt’altro che astratto: "Nutrire il pianeta, energia per la vita".
Insomma, cosa ci sarà dentro lo scatolone della kermesse? Paolo Massobrio, già membro del Comitato scientifico di Expo e anima del Club di Papillon, risponde da Milano. Dove tra l'altro, da sabato 15 a lunedì 17, apre i battenti Golosaria, rassegna di cultura gastronomica da lui curata insieme a Marco Gatti. Un piccolissimo assaggio di quello che si vedrà l’anno prossimo.

Si parla molto del tempo che scorre, di padiglioni da ultimare, di soldi, tangenti, inchieste. Ma i contenuti di Expo quali saranno? Non rischia di essere un’occasione sprecata già in partenza?
Occasione sprecata non direi. È un’invenzione menagrama dei nostri giornali. I contenuti in realtà sono già nel dossier di candidatura, ma concordo che siano rimasti nel cassetto per colpa di ritardi e problemi di governance. Tuttavia, penso che l’Expo sarà una grande occasione per riflettere e conoscere. Che il mondo abbia accettato di mettere a tema la nutrizione è un fattore centrale, che sarà sviscerato nel palinsesto degli eventi che via via si stanno costruendo. Sono molto fiducioso, in verità.

Eppure ci sono poche cose universali quanto l’alimentazione: sia dal punto di vista economico che culturale. Lo richiamava anche il Papa all’Angelus di ieri.
Il richiamo del Papa all’Angelus è stato provvidenziale, ed ha come dettato un tema su cui discutere: la sostenibilità in campo agricolo. Se si saprà lasciare da parte l’ideologia, ci sarà molto dialogo in merito. Il confronto potrà essere produttivo per tutta l’umanità. È chiaro che la gente vuole avere certezze e non solo slogan sul tema degli Ogm. Allo stesso modo, andrà affrontato il tema delle risorse idriche, che condizionano la vita e la stessa socialità in alcune aree del mondo. Tutto questo dovrà poter entrare in Expo. Ma attenzione: non ci sarà solo questo, perché il tema di Expo, "Nutrire il pianeta", è complesso e non riguarda un solo aspetto.

Cosa si potrà, o non si potrà vedere all’Expo?
Vedremo come nel mondo si cerca di dare una risposta a questi problemi. Ci sarà quindi una grande occasione di contaminazione culturale, di conoscenza, tanto che una risposta univoca alle questioni del cibo sembrerà alquanto inadeguata. Quello che non vedremo, spero, è la fiera delle bancarelle. L’Expo non è questo. È un’esposizione su un tema preciso, da cui nasceranno anche alcune suggestioni. Dopo aver visitato l’Expo, io penso che si potrà uscire con un’idea di un progresso in tema di alimentazione, che parte da basi solide già esistenti. L’Italia ha poi un ruolo, tutt'altro che secondario, che riguarda il now out. E penso ad esperienze già in atto, come la Icam di Lecco che, grazie ad un savoir faire diverso per la produzione di fave di cacao, sta portando economia reale in Amazzonia. L’Expo sarà un crocevia di queste occasioni.

Quindi si è ancora in tempo per intervenire, per riempire di contenuti reali l’esposizione?
Credo di si, anche perché ai lavori preparatori della candidatura, ai quali ho avuto l’occasione di partecipare, sono stati affrontati moltissimi di questi temi, secondo sette declinazioni. Basta partire da lì. In ogni caso, ad agosto abbiamo svolto un seminario proprio riguardo i contenuti, al quale hanno partecipato personalità come il professor De Rita, Aldo Bonomi, Arturo Semerari.

Voi fate un lavoro che vive di questo legame tra cibo e cultura. Che temi verranno trattati a Golosaria per approfondirlo?
Golosaria quest’anno ha scelto il tema dello stile di vita legato alla parola "gusto". Il gusto non è una cosa per ricchi o per poveri, ma un dato che esiste. Uno stile di vita corretto inizia quando si riconosce che tutto il mondo è dominato da un ordine, che ad osservarlo è pure magnifico. Basta pensare ai colori e alle intensità dei frutti che arrivano ogni stagione. Fuori da questo ordine c’è il disordine. Anche alimentare. Per questo a Golosaria debutterà il progetto: "Amati! Curarsi mangiando". Ma si parlerà anche di leggerezza, di protobiotici, dei colori di frutta e verdura e dei porti nutritivi. Si parlerà, e si potrà anche fare esperienza, dei quaranta cooking show e degustazioni. E si potranno anche incontrare i trecento magnifici prodotti che da sabato saranno al Superstudiopiù di via Tortona. E quei trecento saranno qualcosa di nuovo, se penso a quelli che debutteranno per la prima volta. Tutto frutto dell’intuizione di giovani che hanno scelto di stare con noi per essere accompagnati a comunicare ciò che fanno. Basta vedere il sito: www.golosaria.it. C’è la descrizione minuziosa di ogni presenza e la possibilità di scaricare il biglietto. Vi aspetto in tanti!