Papa Francesco all'Udienza di mercoledì 18 novembre.

«Togliete le sbarre dalla porta»

Le parole di papa Francesco all'Udienza generale del 18 novembre, a cinque giorni dalle stragi francesi, ricordano quelle che pronuncia Tommaso Becket nel dramma teatrale di T.S. Eliot, "Assassinio nella cattedrale". Vale la pena rileggerle
Alessandro Banfi

La sintesi giornalistica ieri è stata questa: il Papa dice che il Vaticano non può blindare le sue porte. Nei giorni drammatici e cupi, seguiti ai fatti di Parigi, fra allarmi dell’Fbi e insistenze isteriche sui rischi rappresentati dal Giubileo, in realtà ieri Francesco ha offerto una bellissima meditazione sul tema, a lui caro, dell’apertura delle porte della Chiesa (chi non si ricorda Giovanni Paolo II nello storico discorso di intronizzazione «Spalancate le porte a Cristo?»), prendendo spunto proprio dall’Anno Santo della Misericordia.

Una straordinaria meditazione offerta ieri nell’Udienza del mercoledì («Una Chiesa inospitale mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo») che gli ha dato la possibilità di ribadire: «Le porte delle nostre chiese devono essere aperte». E partendo dall’immagine delle porte sante del Giubileo, ricordare che «la casa di Dio è un riparo, non è una prigione e la porta si chiama Gesù». Parole vere sempre che però cadono in un momento storico particolare, dove sembra che i rischi, i pericoli che incombano debbano far cambiare natura alla Chiesa stessa. Allora, le parole di papa Francesco mi hanno fatto riaffiorare alla mente un momento dello straordinario dramma teatrale di Thomas Stearns Eliot, Assassinio nella cattedrale. Parole identiche quasi alla lettera, sebbene Eliot le abbia scritte negli anni trenta del Novecento e Francesco le abbia pronunciate ieri.

Nel dramma poetico scritto da Eliot a proposito del martirio di Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, ad un certo punto del racconto teatrale i sacerdoti, sapendo dei pericoli che sta correndo Becket, gli propongono di sbarrare le porte della cattedrale e anzi le chiudono, già inneggiando alla salvezza. L’Arcivescovo risponde con un discorso memorabile sulle porte che devono restare spalancate. Forse vale la pena rileggerlo.

Ecco il passaggio


Preti

Sbarrate la porta. Sbarrate la porta.
La porta è sbarrata. Siamo salvi, siamo salvi.
Non oseranno entrare. Non possono entrare.
Non ne hanno la forza. Siamo salvi. Siamo salvi.


Tommaso

Togliete le sbarre dalla porta!
Spalancate la porta! Non voglio
     che la casa della preghiera, la Chiesa di Cristo,
     il santuario diventi una fortezza.
La Chiesa proteggerà i suoi fedeli
     con i mezzi che le appartengono, non come
     quercia o pietra. La quercia e la pietra
     periscono, non restano salde.
La Chiesa invece è fatta per durare.
La Chiesa deve essere aperta, anche ai nostri nemici.
Aprite la porta!


Primo prete

Mio Signore! Questi non sono uomini,
     non vengono verso di noi come uomini, vengono
     come bestie impazzite. Non vengono come uomini
     che rispettano il santuario, che s’inginocchiano
     davanti al Corpo di Cristo, ma come bestie.
Tu faresti sbarrare la porta
     contro il leone, il leopardo, il lupo, il cinghiale,
     e allora perché non sbarrarla
     contro bestie con l’animo di uomini dannati,
     contro uomini che si sono condannati
     a essere bestie? Mio Signore, Mio Signore!


Tommaso

Togliete le sbarre dalla porta!
Voi mi credete incauto, disperato e pazzo.
Voi argomentate dai risultati, come fa il mondo,
     per decidere se un’azione è buona o cattiva.
Voi vi attenete al fatto. Ma ogni vita e ogni fatto
     possono essere visti come una conseguenza
     del bene e del male. E come nel tempo
     sono mescolati i risultati di fatti diversi
     così il bene e il male alla fine si confondono.
Non è nel tempo
     che la mia morte può essere capita.
La mia decisione è presa fuori del tempo,
     se può essere definita decisione una cosa
     verso la quale tende tutto il mio essere
     e le dona pieno consenso. Io do la mia vita
     per la Legge di Dio, superiore alla Legge dell’Uomo.
Togliete le sbarre dalla porta! Aprite la porta!
Non sono qui per trionfare con la lotta,
     con lo stratagemma, con la resistenza,
     non sono qui per combattere
     contro bestie che hanno l’aspetto di uomini.
Io ho già combattuto la bestia
 ve sono uscito vincitore. Ora c’è solo da vincere
     con la sofferenza. E questa è la vittoria più facile.
Ora è il trionfo della Croce, ora
     aprite la porta. Ve lo ordino.
     APRITE LA PORTA!

(da T.S. Eliot, Assassinio nella cattedrale, BUR – Biblioteca dello spirito cristiano 2010)