Il Quadriportico di piazza Dante, Bergamo.

Il «miracolo» dell'uomo

“Cos'è l’uomo perché te ne ricordi?”: cronaca della tre giorni di dialogo nella città lombarda. Tra le canzoni di Bob Dylan, le mostre, il teatro e tanti incontri. Da Madre Teresa all'universo, un viaggio nella grandezza del desiderio
Simone Abbiati

Sotto il Quadriportico di Piazza Dante, a Bergamo, lo scorso weekend sono passate centinaia di persone: dall’1 al 3 luglio la nona edizione di BergamoIncontra, intitolata "Cos’è l’uomo perché te ne ricordi", ha animato il cuore della città lombarda con le note di Bob Dylan, il Vangelo di Marco nel monologo di Sandro Veronesi, le mostre e tanti incontri, su questioni attualissime come la Brexit e le domande che sfidano la vita di ciascuno.

Ad aprire l'evento, l'incontro: "Il talento delle cose semplici. Uno sguardo curioso sa scoprire la grandezza dell’essere umano". Stefania Famlonga, cooperante della Fondazione Avsi a Quito, in Ecuador, racconta che «l’umanità si risveglia anche in contesti di emarginazione», ed è capace di una compassione e di una carità sorprendenti. Dopo il terremoto del 17 aprile, che ha fatto più di settecento vittime e 30mila sfollati, non solo le persone ricche hanno scelto di dare una mano, ma anche le più povere si sono implicate, perché «si sentivano preferite», racconta la Famlonga: «Volevano aiutare in modo ingenuo e semplice». L’incontro prosegue con il linguista Andrea Moro, che spiega come le domande ultime dell’uomo emergano anche dalle espressioni più semplici: «Il modo di comunicare esprime sempre un’identità che è ricerca: è desiderio».

Sabato, un dialogo sulle imprese al giorno d’oggi dal titolo "Start-up, e poi? Quale cammino per la crescita di una impresa", con i tre manager d’azienda Matteo Campodonico, Fabio Leoncini, e Mario Salerno. A tema, non solo i primi passi nel mondo d'impresa, ma soprattutto il percorso successivo: «Il punto fondamentale è trovare delle realtà più mature che prendano i giovani sul serio, che li aiutino a mettersi in moto». Il format prevede anche uno start-up lunch: in 40 si ritrovano a tavola insieme per un dialogo, tra giovani e aziende avviate, con il desiderio di continuare anche in futuro.

Nel pomeriggio, in vista del Meeting di Rimini 2016, la vaticanista Marina Ricci presenta la mostra su Madre Teresa di Calcutta, con un incontro che riprende le parole della religiosa, che verrà canonizzata il 4 settembre: "Il giorno più bello? Oggi". Nel tratteggiare la sua figura, la Ricci racconta anche del periodo più "buio" che dovette attraversare: «Non rinnegò nulla, anzi; abbracciò sempre di più la croce di Cristo. Madre Teresa ci ricorda che ciascuno di noi ha come vocazione "appartenere a Cristo"». Non una santa irraggiungibile, ma una donna vicina a noi, nel tempo e nella fatica. Di seguito, la testimonianza di tre famiglie dell'associazione Famiglie per l'Accoglienza, che raccontano cosa significa per loro stare insieme: tre storie molte diverse, ma il cuore è lo stesso: «La famiglia fiorisce nella quotidianità, non attraverso gesti eroici». «Bisogna rispondere ai bisogni concreti che ci sono», racconta uno dei papà, «e avere disponibilità nell’obbedire a ciò che il rapporto con una moglie o dei figli chiede».

Marco Bersanelli, invece, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano, porta chi lo ascolta a 13,7 miliardi di anni luce dal nostro pianeta. La platea si stupisce per i numeri e le fotografie che vengono dallo spazio. «Il cosmo affascina. Ma c’è qualcosa di ancora più meraviglioso», dice Bersanelli: «È un miracolo che l’uomo, così piccolo rispetto all’universo, diventi cosciente di sé stesso».

L'ultimo giorno viene toccato ancora il tema della famiglia, con don Davide Pelucchi, vicario generale della Diocesi di Bergamo, nell’incontro "Amoris laetitia: presentazione dell’Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia". Il dialogo si concentra su come papa Francesco stia aiutando la Chiesa a recuperare uno sguardo di fiducia verso il mondo, anche attraverso la capacità dell’uomo di accorgersi del proprio limite.

A Bergamo si parla anche dello shock che ha appena scosso l’Europa: il giornalista Pigi Colognesi fa una riflessione sull’intervento di papa Francesco al Premio Carlo Magno. Mentre in serata, un altro viaggio. Questa volta non nello spazio, ma nel tempo: Giorgio Buccellati, archeologo e professore emerito di Storia e Archeologia, spiega come era concepito il rapporto religioso nelle civiltà mesopotamiche. «Hanno molto in comune con noi: il politeismo è un tentativo parziale di sminuzzare l’Assoluto, analogo al razionalismo moderno». Buccellati sottolinea la scelta di Dio di parlare a questi popoli, una «Presenza inquieta» che entra nella vita e aspetta una risposta dell’uomo «come un marito aspetta sua moglie».

A chiudere la tre giorni, l'incontro sul rapporto tra misericordia e giustizia. Il costituzionalista Andrea Simoncini dialoga con il direttore e il cappellano del carcere di Bergamo. Simoncini inizia l'incontro parlando di come l’uomo sia «storicamente sfiduciato nei confronti del valore assolutizzante della legge». Nell’ultimo secolo, però, la giurisprudenza ha acquisito un potere molto forte, tanto da arrivare a «lasciare che sia la parola scritta a definire l’uomo». Don Fausto Resmini, il cappellano del carcere, fa notare che non deve esserci per forza contrapposizione tra giustizia e misericordia: «La legge deve riconoscere una possibilità di redenzione». Per lui, più importante della certezza della pena è la sua flessibilità, che nasce propria dalla possibilità della misericordia.

La kermesse bergamasca non sarebbe stata possibile senza le decine di volontari che hanno deciso di implicarsi. Molti di loro raccontano che la vera ricchezza di questi giorni è nata da dialoghi con la gente, compresi i relatori e gli sponsor. Emma è una volontaria alla mostra sul secondo capitolo de La bellezza disarmata di don Julián Carrión. Il primo giorno, mentre parla delle donne malate di Aids del Meeting Point International in Uganda, racconta anche di sua mamma, che a 98 anni è costretta a letto, ma che «è sempre grata e gioiosa». E chiede ai visitatori: «Perché, secondo voi?». Una signora anziana, disabile, alza la mano e risponde: «Perché accetta la volontà di Dio».