Il manifesto del New York Encounter 2017.

La forza della realtà

Al via la quarta edizione del meeting newyorkese. Tanti i relatori che si confronteranno con le parole di don Giussani: «La realtà non mi ha mai tradito». Tre giorni densi per riscoprire il valore della cultura dell'incontro
Paola Ronconi

«Che questi giorni portino a una migliore conoscenza del realismo, della bellezza, e della forza trasformante della visione cristiana, e contribuisca alla crescita di quella cultura dell’incontro essenziale per il futuro della nostra famiglia umana». È questo l’augurio che papa Francesco, tramite la Segreteria di Stato e la Nunziatura Usa, ha mandato agli organizzatori dell’edizione 2017 del New York Encounter, che apre i battenti venerdì 13 gennaio al Metropolitan Pavilion di Manhattan e che metterà a tema per tre giorni alcune parole di don Giussani: «La realtà non mi ha mai tradito».

Il programma è denso. Molti gli incontri e i dibattiti, dall’economia alla scienza, dall’arte ai conflitti in Medioriente. Tra gli altri, quello sul "sogno americano" vedrà la presenza di David Brooks, editorialista del New York Times, e Dusty Reno, direttore della rivista First Things. Alla tavola rotonda sul titolo parteciperà il teologo Michael Waldstein, il giornalista irlandese John Waters e José Medina, sacerdote e responsabile di CL negli Stati Uniti. Don Julián Carrón, insieme al professor Joseph Weiler, approfondirà i temi affrontati nel suo libro La bellezza disarmata, che tra poco vedrà l’uscita dell’edizione in lingua inglese.

Il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, celebrerà la messa domenica mattina insieme al Nunzio apostolico negli Usa, monsignor Christophe Pierre.

Oltre alla mostra sui santi americani dello scorso Meeting di Rimini, che Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, presenterà sabato pomeriggio, altre quattro exhibitions occuperanno il quinto piano del Metropolitan Pavilion: da quella sulla vita di don Giussani ai pannelli sulla sua pedagogia nel contesto americano. Dalle storie di chi ha saputo «scoprire la luce che passa dalle crepe dell’esistenza» all’arte della fotografia come possibilità di guardare la realtà. Qui, tra i fotografi in mostra, anche Giovanni Chiaramonte, mentre sarà presente Mark Bussell, ex photo editor del New York Times e del New York Times Magazine.

La musica, tratto distintivo e creativo delle comunità nordamericane, aprirà e chiuderà i battenti della tre giorni con il concerto-racconto con l’attore Richard Cabral e don Vincent Nagle, l’opera inedita per piano, violino e violoncello del maestro Christopher Vath, e i canti della tradizione americana.


Per info e programma: www.nyencounter.com
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