Il nuovo Governo dopo il giuramento.

Elogio del Governo possibile

Che categoria è quella della possibilità in politica? È il contrario della categoria dell’impossibilità, dell’utopia, del sogno. La politica buona è sommamente l’arte del possibile, senza nulla togliere all’importanza dell’ideale...
Alessandro Banfi

Quello che ha giurato ieri nelle mani del Presidente della Repubblica al Quirinale, e mentre un oscuro attentato si consumava davanti a Palazzo Chigi, è il Governo possibile, anzi “l’unico possibile” come ha detto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Che categoria è quella della possibilità in politica? Andando per opposizioni possiamo dire che è il contrario della categoria dell’impossibilità, dell’utopia, del sogno. Può sembrare una rassegnazione, la versione minore di quella più alta, quella della grande aspirazione al cambiamento. Insomma un bagno di realismo, anzi com’è poi stato fatalmente chiaro nella tragica giornata di ieri, l’impatto con la dura e cruda consistenza dei fatti.

E tuttavia la politica buona è sommamente l’arte del possibile, senza nulla togliere all’importanza dell’ideale. Mentre è evidente che la politica messianica, quella che promette la salvezza del mondo, il cambiamento palingenetico dell’universo, nasconde insidie terribili, porta all’impazzimento, all’odio ideologico, all’annientamento del nemico. È sempre vero. Non è stato infatti vero solo nel secolo delle grandi ideologie, fascismo, nazismo e comunismo, che hanno generato olocausti, gulag e distruzione sistematica dell’umanità. È vero anche oggi quando la nuova ideologia è la confusa ideologia della Rete, che si sostituisce alla persona, la legittima, la fa esistere, la realizza. Aggiornamento web del sogno massonico del Padrone del Mondo. È vero oggi quando la nuova utopia è la fine della disuguaglianza fra classi sociali, la vendetta della Piazza contro il Palazzo. Si è cominciato giustamente a parlare in questi giorni del clima “diciannovista”, degli anni che hanno preceduto l’ascesa del Fascismo, quel clima dell’insurrezione permanente, della debolezza di una classe politica bollita. Anni colorati da continui tumulti di piazza e dall’incertezza se coinvolgere o meno nel potere i rossi o i neri, ostili al sistema e alternativi ad esso. Dibattiti diversi da quelli di oggi e tuttavia maledettamente simili...


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