La Colletta in un supermercato milanese.

BANCO ALIMENTARE «Il bene è bene perché ti fa bene»

Ottomilaseicento tonnellate di cibo raccolte, più di 100mila volontari coinvolti... La Colletta alimentare sorprende anche quest'anno. Tra lo stupore di clienti e cassiere testimoni di una gratuità che è molto più grande di un sacchetto con del cibo
Niccolò De Carolis e Emmanuele Michela

Una signora con un sacchetto giallo in mano si avvicina allo scaffale dei pelati. Dopo aver dato un’occhiata ai prezzi ne prende un paio. «Signora lasci stare. Lei non deve fare la colletta alimentare ma soltanto riceverla». È la voce di qualcuno che la conosce: l’ha riconosciuta tra gli scaffali di un supermercato milanese, e sa della sua situazione economica. Lei risponde sicura: «No. Io sono sempre stata aiutata e adesso voglio aiutare anch’io».
Non c’è crisi che tenga di fronte al bisogno della gratuità, al desiderio di dare gratuitamente agli altri. I risultati della Colletta Alimentare 2009 parlano chiaro: oltre centomila volontari hanno raccolto 8.600 tonnellate di cibo, +3% rispetto all’anno scorso (il confronto è fatto escludendo la Campania, dove il Banco Alimentare con sede a Caserta non esiste più e quello di Salerno è ripartito solo da ottobre). Alimenti destinati agli oltre 8.000 enti convenzionati con la Rete Banco Alimentare che assistono, 1,3 milioni di persone ogni giorno.
Un appuntamento che la gente, ormai, attende tutto l’anno. «Ciò che colpisce le persone è la stabilità del gesto - spiega Carlo, manager di professione che sabato, per la Colletta, si è trovato a gestire un grosso supermercato di Milano -. Sono contenti di ritrovarci ancora lì, un anno dopo. Un signore che lavora all’estero e torna a casa solo la domenica, ha anticipato il suo rientro a Milano per partecipare alla Colletta. È arrivato con il carrello pieno e gli occhi lucidi».
Un gesto inaspettato che richiede una spiegazione; non si può passare oltre considerandolo qualcosa di dovuto. Beppe di Cremona, per esempio, racconta di un amico che si è visto recapitare un carrello strapieno di alimenti da una ragazza. Vedendo solo buste bianche chiede dove sia il sacchetto giallo del banco. «Non c’è: tutta la spesa è per la colletta». Spiazzato, riesce a malapena a ringraziarla. Ma non è tranquillo, sente che non gli basta quel “grazie” detto velocemente, vuole capirci di più. Corre fuori dal supermercato, verso il parcheggio, giusto in tempo per fermarla prima che vada via in macchina: «Come ti chiami? Di dove sei? Voglio conoscerti». Si fa lasciare tutti i recapiti.
Ma c’è anche chi, di fronte alla proposta di un sacchetto, non alza neanche lo sguardo evitando di confrontarsi con quello che ha davanti. Ad Assago (Milano) è successo così che un signore, raggiunto da alcuni volontari, si è fermato per spiegare la sua diffidenza: «Non credeva che il cibo sarebbe veramente arrivato nelle bocche dei poveri», spiega Daniela, tra i volontari. Poi però si accorge della straordinarietà dell’iniziativa, stupito dal fatto che, impegnati nei lavori, ci siano 50 ragazzini delle medie e delle superiori. Si ferma a chiacchierare con alcuni volontari: bastano poche battute e la sua rigidità si smussa. «Se mi chiedessero di portare il pacco lo farei io di persona», dice ad alcuni presenti. Preso sulla parola: lascia il suo numero di cellulare a Daniela, che poi chiama il responsabile del Banco. Gli presenta l’uomo via telefono, e i due si accordano per portare insieme il primo pacco.
Sono tantissime le testimonianze di incontri come questi. A Buccinasco, per esempio, ha appena aperto un piccolo supermercato, che per il primo anno ha aderito all’iniziativa della Colletta. La raccolta fila dritta fino a sera, quando arriva un signore con due carrelli stracarichi di cibo. I volontari si stupiscono: è il direttore del negozio, anche lui vuole portare il suo contributo, con una spesa di quasi 500 euro. Non solo: prima di salutarli gli invita a tornare ogni sabato, che avrebbe offerto al Banco i suoi prodotti in scadenza.
Ma i più soddisfatti sono sicuramente i volontari: sul sito del Banco Alimentare, nella sezione “La Colletta in diretta”, ci sono i racconti di chi, di ora in ora, ha partecipato in prima persona al gesto. Volontari da tutta Italia: da Cuneo, Paola scrive dei suoi alunni: «A turni di 8 per tutta la giornata i ragazzi della terza media hanno vissuto e sperimentato, e io con loro, la frase di Madre Teresa "il bene è bene perché ti fa bene"». Maria Cristina, da Brescia, si stupisce per «le facce di tutte queste persone che lavorano gratis di sabato, che donano, che ringraziano per essere stati coinvolti e chiedono, ringraziando, di essere richiamati per la prossima edizione». Agata da Padova scrive, invece, che il Banco «è un bene per tutti, per contrastare l'individualismo: è la possibilità di riconoscere la grande Amicizia che ci lega alla storia che ha generato la Colletta». Tra i commenti dei volontari, anche quelli di alcuni piccolissimi, come Meggie: «Perché non si fa più spesso la Colletta alimentare? Per il prossimo anno dirò ai compagni della mia scuola di venire con noi perché ci si diverte, si incontrano tante persone e cosi tutti insieme aiutiamo tanti poveri».