Una chiesa cristiana distrutta a Baghdad.

DA ROMA ALL'IRAQ Perché i cristiani non si sentano dimenticati

Dopo la risoluzione sulla tutela delle minoranze, approvata nel gennaio scorso, un gruppo di deputati andrà in visita a Baghdad. «Un gesto semplice di solidarietà», spiega Maurizio Lupi, «perché senza libertà religiosa, la democrazia è impossibile»
Linda Stroppa

Era il 12 gennaio quando alla Camera dei deputati veniva approvata all’unanimità la mozione contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo. Un documento che si richiamava al messaggio di Benedetto XVI, “Libertà religiosa, via per la pace” e che segnava l’impegno dell’Italia a proteggere i diritti delle minoranze perseguitate. A pochi giorni dalla strage di Alessandria (del 1 gennaio 2011), il Parlamento decise di «condannare apertamente gli episodi di intolleranza religiosa», che nel 75% dei casi, secondo il rapporto dell’organizzazione “Acs” (Aiuto alla chiesa che soffre), sono contro i cristiani. «Un vero e proprio calvario», l’ha definito Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera. E lo dimostrano le storie di Shabbatz Bhatti, Asia Bibi… E Younis e Jameel Masih, uccisi due giorni fa in Pakistan. E la lista dei nomi è molto più lunga.
Per questo motivo, a due mesi di distanza dalla risoluzione, la posizione dell’Italia viene ribadita: domenica 27 marzo, una delegazione di parlamentari guidati da Lupi si recherà in visita in Iraq, a Baghdad. «La situazione delle comunità cristiane in Paesi come l’Egitto, l’Iraq, il Pakistan, la Cina, è diventata un capitolo centrale dell’attività parlamentare», spiega Lupi, che a gennaio aveva incontrato monsignor Shlemon Warduni, patriarca caldeo di Baghdad. Alla domanda: «Che cosa possiamo fare noi per la situazione in Iraq?», la risposta del Vescovo era stata chiara: «Fate almeno che questi fatti non accadano nell’indifferenza. C’è bisogno di testimoni». Nasce da qui l’idea di una delegazione di parlamentari che possano esprimere la solidarietà italiana, «non solo dal punto di vista istituzionale, ma prima di tutto umano» verso i cristiani iracheni.
Il gesto è semplice: «Celebreremo la messa insieme a loro. Perché i segni valgono più di tutto».
Lunedì, la delegazione - tra cui Farina (Pdl), Binetti (Udc), Maran (Pd), Polledri (Lega) e Rota (Idv) - incontreranno il Presidente del Parlamento iracheno, il Ministro degli Esteri e i rappresentanti della comunità cristiana in Iraq. «Bisogna rafforzare il legame con loro», dice ancora Lupi, «perché non si sentano dimenticati. La visita a Baghdad non è che un piccolo segno della nostra vicinanza, per ribadire che senza libertà religiosa, non è possibile la democrazia».